Anteprima Amarone 2011/2015
Fatevela raccontare da un indigeno adottato, questa rassegna dedicata all'Anteprima Amarone 2011, svoltasi nell'ultimo week-end di gennaio a Verona. Vivo in Valpolicella da qualche anno, in piccola parte ci lavoro pure, creando in proprio alcune opportunità, soprattutto attraverso lo strumento di Terroir Amarone, sito in lingua inglese, che condivido con Elisabetta Tosi.
Il problema principale del format "Anteprima Amarone", sta nella rappresentatività. La base produttiva è largamente sotto-rappresentata: una sessantina di 64 aziende presenti sono circa un terzo della base iscritta al Consorzio Valpolicella, e un quinto del totale dei produttori (272 aziende imbottigliatrici, delle quali 213 trasformano le uve). Negli anni, ai produttori è stato consentito di presentare anche Amarone di annate mature, relegando la presentazione della versione che io chiamo "cruda", quella in Anteprima, a una presenza via via minoritaria. Nella degustazione dell'Amarone 2011 riservata alla stampa, su 66 vini in lista, solo 23 erano già in bottiglia, tutti gli altri classificati come "prelevato da botte". Vi sono poi altri limiti: il sistema di riferimento delle zone e dei cru è totalmente assente (comparve fugacemente in un'edizione di qualche anno fa). Anche nella comunicazione spicciola, ho sentito parlare di 5 valli, poi di 6. Ma perché non vanno a leggersi la Carta dei Cru della Valpolicella di Alessandro Masnaghetti? O, se preferite, la versione digitale su Google Maps da me realizzata e adattata su Terroir Amarone? Le zone (tra valli e aree produttive significative) sono 13, i Cru catalogati dal Masnaghetti arrivano a essere ben 271! Una ricchezza di territorio e complessità davvero ragguardevole, con pochi raffronti con altre zone vinicole mondiali (io amo associarne la complessità e rilevanza a quella della Borgogna). Perché solo accennarne? E' vero che il sistema della "zonazione" della Valpolicella dorme beato in qualche cassetto, e non vi sono segnali che possa diventare un'arma del marketing e comunicazione della denominazione. Rimane una questione dalla matassa inestricabile, al momento.
La consueta celebrazione dei valori dell'annata in corso di presentazione (in genere officiata dall'enologo Daniele Accordini), è toccata quest'anno al ricercatore Diego Tomasi. Ecco un super-estratto di quanto ci ha detto dell'annata 2011:
"L'annata 2011 presenta vini ricchi e complessi, ma meno fini/eleganti... Clima: inverno freddo e piovoso, buona primavera e con un germogliamento anticipato; caldo e poche precipitazioni in Aprile/Maggio, fioritura anticipata, poi caldo fini ai primi di Agosto, seguito da un po' di pioggia e temperatura in calo, buon Settembre con condizioni ideali, vendemmia a metà Settembre con poche precipitazioni, appassimento lento e graduale, poco ricorso al sistema forzato. Un'annata di luce...".
In ogni caso, secondo il Consorzio Valpolicella, è un annata "5 Stelle".
Sui vini degustati, devo premettere che da sempre all'Anteprima Amarone cerco di limitare gli assaggi. Quest'anno sono stati 24 alla cieca, su 66 vini disponibili. Non faccio mistero di non amare la tipologia dell'Amarone "crudo" di queste Anteprime. Pur avendo molte opportunità durante l'anno di assaggiare campioni di Amarone non ancora imbottigliati, mi ci avvicino sempre con grande umiltà e diffidenza, perché conosco i miei limiti, ma anche i limiti di un prodotto così tecnico e complesso come l'Amarone. L'evidenza della mia degustazione non sostiene molto l'idea di un'annata "5 Stelle", ma me lo annoto e la verifica sarà fatta a tempo debito fra qualche anno.
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Non sono il primo a osservare che le degustazioni non dovrebbero svolgersi in luoghi mal illuminati e rumorosi, in contesti che sembrano dei magazzini sotterranei o dei sottoscala. Ma tant'è, la grandiosità delle sale superiori del Palazzo della Gran Guardia a Verona viene (quasi) sempre riservata a mostre d'arte o altri eventi. Unica eccezione che mi ha consentito di calcare il prestigioso scalone di rappresentanza e accedere al piano nobile, è stata la degustazione "Amarone Old Style & New Style", condotta dal sommelier Luca Martini, dedicata a una veloce rassegna delle annate 1998, 2003 e 2006. Per un po' mi sono riconciliato col mondo: finalmente una degustazione in un contesto appropriato (inevitabilmente il pensiero è volato all'ultima occasione in Montreux), un'ampia sala con ancora i quadri appesi di una mostra in corso di smontaggio, belle luci, sedute confortevoli. Poi, la sensazione di un'occasione mancata. L'evoluzione degli stili non si può raccontare solo "dal bicchiere", senza fare cenno alle numerose scelte operate dai produttori in quegli anni:
- espansione della superficie vitata - da 4.999 ha nel 1998 a 5.839 ha nel 2006, +17% - oggi siamo a 7.435 ha (+48,7% in 16 anni) - fonte: Terroir Amarone;
- evoluzione della quota percentuale di uve destinate ad Amarone/Recioto: da 15,99% nel 1998 a 35,68% nel 2006, con una resa media di quintali per ettaro passata da 110,6 a 113,5 (modestissimo incremento), che nel 2010 e nel 2011 "5 Stelle" toccava il top storico di 120 q/ha, bruscamente ricaduti a una stima di 228.000 q. prodotti per una resa di 81,4 q/ha nel vintage horribilis del 2014 - fonte: Terroir Amarone;
- progressivo abbandono dell'impianto a pergola per il comodo Guyot;
- preponderanza della varietà Corvinone;
- progressiva scomparsa della varietà Molinara;
- gestione dei residui zuccherini (prima cresciuti significativamente, oggi un po' ridimensionati nella prevalenza dello stile);
- uso progressivamente esteso dei sistemi di appassimento forzato delle uve (qui sopra una rassegna di immagini di fruttai della Valpolicella).
Oltre a numerosi cambiamenti e innovazioni nel versante enologico, e chissà quanto altro ancora dimentico qui. Un intricato complesso di vincoli, scelte e occasioni di mercato, assai più grandi della modesta logica del solo bicchiere.
Per concludere, l'Anteprima Amarone è una bella occasione di pubbliche relazioni e diversi buoni assaggi "mirati", ma ancora - secondo il nostro sistema di monitoraggio dei social media del vino - con una modestissima rilevanza internazionale. Probabilmente, fra qualche tempo vedremo realizzare un piccolo sogno che so essere condiviso da molti, qui in Valpolicella: una rassegna ben più ampia, dedicata all'Amarone "in fasce" ma, soprattutto, all'Amarone "maturo", grande vino per la sua grande complessità e interesse, e senza perdere di vista il Recioto della Valpolicella, il grande padre di tutta questa contemporanea genia di vini moderni. Una rassegna in grado di coinvolgere i vari segmenti di pubblico professionale, italiano e internazionale, e di consumo. Con calma, ci arriveremo.