Lugana, quando il successo non è un caso
Fabio Zenato, co-titolare dell'azienda agricola Valerio Zenato-Le Morette nel Lugana DOC:
"Caso probabilmente unico in Italia, nell'area del Lugana la gran parte dei vigneti negli ultimi cinquant'anni deriva dallo stesso vivaio (l'azienda agricola Le Morette) e questo ha comportato un elevato grado di conservazione del germoplasma, in altre parole ha garantito la presenza del vitigno autoctono nel territorio, senza influenze di altre varietà estranee".
Un bel caso da raccontare, un connubio che mi appare felice tra scienza e imprenditorialità. Fabio Zenato ci ha ricevuto nella sua cantina qualche giorno fa, un gruppetto di giornalisti e comunicatori. Mi preparavo al giretto in cantina, due parole di inquadramento della storia aziendale, degustazione e buffet. E invece, ecco una bella lezione del "ricercatore" Fabio Zenato, un biologo della vite laureatosi alla Facoltà di Agraria dell'Università di Milano, attraverso una breve storia della ricerca e delle pratiche agronomiche degli ultimi 50 anni in Italia, dalla selezione clonale degli anni '70 per arrivare alle ricerche sul DNA. Per il Lugana DOC questa evoluzione significa due cose:
- la nascita nel 2011 del nome del vitigno Turbiana, il nome scelto che identifica elementi di differenziazione genetica rispetto ad altri vitigni della famiglia dei Trebbiano, emersi dalla ricerca sul DNA che fu peraltro oggetto della tesi di laurea dello stesso Fabio Zenato. Quindi, non più Trebbiano o Trebbiano di Lugana o Verdicchio, ma Turbiana;
- la rivendicazione di un'unicità fondata sulla capacità di quella filiera di gestire l'aspetto vivaistico: in pratica, è quanto afferma Fabio Zenato nel virgolettato di apertura di questo post.
Ad Aristide non sembra poca cosa che una denominazione fondi la qualità della propria produzione su aspetti concreti e dinamici, sulla seria ricerca scientifica e su conoscenze consolidate. Che non sono fini a se stesse: avere il controllo sulla gran parte della selezione del materiale vegetale, grazie all'auto-produzione affidata a una sola azienda vivaistica (ma anche vitivinicola, in questo caso), la quale poi rivende tale materiale alle aziende del Lugana DOC, si rivela essere uno dei fattori competitivi di maggior rilevanza tra quelli che hanno determinato il successo del Lugana di questi anni.
Successo che speriamo possa fare breccia (io ne sono convinto) nel ristretto mondo degli estimatori dei "Grandi Vini Bianchi del Mondo", un circolo relativamente ristretto di consumatori, appassionati ed esperti che prediligono i bianchi di Borgogna, Mosella, Rheingau, Loira e pochissimo altro. Un pubblico influente che è alla ricerca di valide alternative a vini spesso molto costosi. Potrebbe essere il Lugana DOC, nelle sue versioni "affinate in cantina" - o se preferite "invecchiate" - per un periodo di almeno 5-10 anni, quel grande vino bianco italiano che possa ingaggiare questo segmento eccellente di mercato?
La degustazione di due vini Le Morette ce ne ha dato una conferma - ancora una volta, del resto - che in Lugana DOC ci sono produttori e prodotti assolutamente all'altezza di una sfida del genere:
- Le Morette Mandolara Lugana DOC 2012, 2008 e 2006, è il modello del Lugana "moderno", fresco e immediato, una gran bella beva;
- e soprattutto il Le Morette Benedictus Lugana DOC 2011 (elegante, di grande proiezione nel futuro, ottimo), 2008 (come il precedente, evoluzione coerente) e 2006 (naso "tedesco", di grande complessità e morbidezza, ottimo). Le uve selezionate di Turbiana provengono da un vigneto Cru di 42 anni, un giorno di macerazione delle uve, poi lieviti indigeni e affinamento di una parte della massa in tonneaux, il resto in acciaio.
A seguire, il comunicato rilasciato dal produttore.
__________________________________
Nota: L'Autore di questo post non collabora con l'Azienda Agricola Le Morette, mentre ha un rapporto di consulenza con il Consorzio Tutela Lugana DOC.
__________________________________
Comunicato stampa
IL CASO LUGANA: NEI GENI IL SEGRETO DEL SUO SUCCESSO
La longevità dei vigneti, insieme ai terreni argillosi, all'origine della mineralità e della struttura tipiche del Lugana. Se ne è parlato all'evento L'Anima del Lugana all'azienda agricola Le Morette
Si è tenuta presso l'azienda agricola Le Morette di Peschiera del Garda (Verona) la serata L'Anima del Lugana. Un incontro nel corso del quale è stato presentato il contributo di Fabio Zenato, contitolare dell'azienda, agli studi realizzati negli ultimi anni sulla varietà Turbiana.
“I primi studi – ha spiegato Zenato – partono nel 2001 con la mia tesi di laurea alla facoltà di Agraria dell'Università di Milano. In quell'occasione si è dimostrato che il Trebbiano di Lugana presenta elementi di differenziazione genetica rispetto ad altri vitigni appartenenti alla famiglia dei Trebbiani e considerati fino a quel momento affini”.
Da qui si è arrivati, attraverso una serie di studi successivi, a confermare l'identità del vitigno e nel 2011 ad inserire nel disciplinare la denominazione ufficiale Turbiana. Oggi il Consorzio Tutela vini Lugana è impegnato in un progetto per l'individuazione e registrazione di nuovi cloni a partire da un gruppo di 60 biotipi diversi raccolti sul territorio. Una ricerca che vede impegnata anche l'azienda agricola Le Morette nella fase vivaistica.
Un progetto che dalle prime indicazioni sta già confermando la particolarità del Lugana. Caso probabilmente unico in Italia, nell'area del Lugana la gran parte dei vigneti negli ultimi cinquant'anni deriva dallo stesso vivaio (l'azienda agricola Valerio Zenato-Le Morette) e questo ha comportato un elevato grado di conservazione del germoplasma, in altre parole ha garantito la presenza del vitigno autoctono nel territorio, senza influenze di altre varietà estranee.
“Il risultato di questo percorso storico - prosegue Zenato – è stato un migliore adattamento della vite al territorio. Oggi il vino Lugana, proprio grazie a questa stabilità genetica e alle caratteristiche delle argille dell'area, ha sviluppato un'identità sempre più definita e riconoscibile. Possiamo dire che qui vino e territorio sono diventati un assioma indissolubile”.
Inoltre, i vigneti di Turbiana, anche per queste ragioni, vivono mediamente più a lungo, arrivando ad una vita media di oltre quarant'anni. “Non è solo un vantaggio per il viticoltore – conclude Zenato – ma questo garantisce ai vini maggiore carattere e mineralità, che sono certamente due tra gli aspetti più apprezzati del Lugana”.
Durante la serata i vini della cantina Le Morette sono stati abbinati ai piatti dello chef Corrado Fasolato del Ristorante Spinechile di Schio (Vicenza). Dopo un benvenuto con un Ringo con baccalà mantecato, miele e caffè accompagnato dal Cépage Spumante Brut, il percorso enogastronomico è stato guidato dalle tre tipologie di Lugana DOC della cantina Le Morette: Lugana Mandolara 2014 con un Crudo e cotto di gamberi alla melissa; Lugana Benedictus 2012 con Risotto mantecato con le patate, scampi e gelato al rafano e con Carpaccio di cervo, tataki di tonno, tartufo e affumicatura fatta al momento e Lugana Riserva 2011 con Anatra con purè alla menta leggera, rabarbaro e fegato grasso. Infine, il vino dolce passito Accordo con il Dolce e salato di mascarpone, frutto della passione, olive, capperi e gelato al pistacchio.