Effervescenza e Mattia Vezzola

Effervescenza e Mattia Vezzola

Mattia Vezzola, Costaripa

Mattia Vezzola, Costaripa

Quelle bonne compagnie!

Questo è il pensiero che mi accompagna allontanandomi in auto da Moniga del Garda, sulla sponda bresciana del grande lago, quartier generale di uno dei grandi interpreti del mondo del vino italiano. Penso e vi parlo di Mattia Vezzola, a capo della cantina Costaripa, di fatto uno dei protagonisti della filiera vinicola nazionale.

Così poco italiano, però, sotto tanti aspetti. Principalmente quello professionale. In cinque ore di conversazione e degustazioni, gli avrò sentito citare almeno una sessantina di nomi di tecnici e produttori francesi, e solo tre nomi italiani. Immaginate quanto debba essere estesa la sua rete di relazioni internazionali sviluppata in 50 anni di lavoro, e la sua preziosa conoscenza stratificatasi nel tempo. A noi - visitatori non proprio di primo pelo - tutto questo ritorna in minima parte con una cascata di aneddoti, ricordi, osservazioni, moniti, suggerimenti, visioni, dei quali rimarresti lì, a esserne investito per un tempo indefinito.

E poi come ti ascolta, il personaggio. Altra cosa ben poco comune, come sanno fare i grandi venditori o le persone che veramente sanno costruire sane relazioni interpersonali. Certo, forse un po’ gigioneggia attribuendosi - sempre con ironia e indubbia simpatia umana - molti meriti e visioni ma, se non lui, chi?

La sua incontestabile capacità di sincronizzarsi con l’altro eccola poi emergere all’improvviso, luminosa, sorprendente: durante il tour aziendale trova in cantina una bottiglia di Dom Perignon 1964, parte di un set acquistato anni fa e superstite di 4 in tutto rimaste, e all’istante decide di aprirla per noi e con noi, un gruppetto di comunicatori che a prescindere lui decide essere meritevole della prestigiosa condivisione - quel honneur! - arrivando a scompaginare l’ordine della degustazione programmata, tra lo sconcerto ben dissimulato dei suoi collaboratori.

Mattia Vezzola

Non c’è dubbio che abbiamo di fronte un professionista che con l’effervescenza ha un rapporto consolidato e direi intimo. Ecco cosa ci scrive in una memoria che ci ha lasciato dopo l’incontro:

“L’effervescenza è sempre stata considerata una futilità nel mondo dell’enologia, al contrario io la considero una cosa molto seria, complessa e affascinante.

Era l’estate del 1972; il mio primo viaggio in Champagne; Mini Cooper, una tenda canadese, un compagno di viaggio e tanta voglia di domandare. All’arrivo un impatto infinito di vigne immacolate ed allineate a creare un paesaggio inusuale. Da Conegliano già erano arrivati i primi segnali di un materiale nuovo: l’acciaio inossidabile, sinonimo di igiene profonda e tecnologia innovativa.

Nelle prime visite la sorpresa dell’utilizzo di una tecnologia tradizionale: vendemmia manuale, presse Marmonier e fermentazione dei mosti in piccole botti da 205 litri in rovere bianco; mi sono sentito in quel momento portatore di innovazione.

Ma quando abbiamo potuto degustare quei due bicchieri di champagne rimasti in bottiglia dalla serata precedente il nostro respiro si è fermato. A distanza di 12 ore, vino senza gas e caldo di temperatura aveva mantenuto intatta e perfetta la consistenza della sua identità.

Quella degustazione mi ha convinto che non abbandonare le origini mi avrebbe permesso di rimanere costantemente in avanguardia.

Ed eccomi qua”.


Infine, ecco una sintesi dell’ampio comunicato rilasciato per l’occasione:

Mattia Vezzola è un rinomato enologo italiano, originario di Moniga del Garda, sul lago di Garda, paese dove il Sen. Pompeo Gherardo Molmenti nel 1896 crea il primo Rosé da viticoltura dedicata. Il suo percorso nel mondo dell'enologia inizia nel 1972, subito dopo aver conseguito il diploma in enologia a Conegliano, e si sposta in Champagne.

Punti chiave:

  • Formazione ed Esordi:

    • Inizia il percorso da enologo nel 1972, spinto dal padre Bruno.

    • Si trasferisce in Champagne, dove scopre la sua passione per la spumantistica e per una filosofia produttiva rivolta all'eleganza e complessità dei vini.

  • Filosofia e Innovazione:

    • Apprezza la tecnologia, come l'acciaio inossidabile, per la sua igiene e innovazione, ma valuta altamente anche le tradizioni, come la vendemmia manuale e l'utilizzo di botti in rovere.

    • Si dedica alla costante ricerca della conoscenza, lavorando con innovatori del settore e partecipando a conferenze e degustazioni.

  • Carriera e Contributi Notabili:

    • Nel 1973 crea il primo "Mattia Vezzola Metodo Classico" da uve Chardonnay e Pinot Nero.

    • Lavora con Vittorio Fiore all'Associazione Enologi Italiani, e per quasi un decennio con un'importante azienda di tecnologia enologica.

    • Nel 1981 inizia un percorso con l'azienda vinicola Bellavista, dove trasferisce ogni informazione, ogni innovazione e ogni filosofia dedicata alla costanza della qualità, alla naturalità ed all’identità.

    • Dopo 40 anni, ritorna a Moniga del Garda, mettendo la sua esperienza a disposizione dell'azienda vinicola Costaripa, di cui diventa enologo e proprietario.

  • Filosofia Enologica:

    • Valorizza le caratteristiche vocazionali del territorio, con attenzione alla sostenibilità ambientale.

    • Rivolge particolare attenzione alla ricerca e sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione e vinificazione.

  • Riconoscimenti:

    • La sua maestria nel creare vini di alta qualità e di identità gli ha guadagnato riconoscimenti a livello internazionale.

    • Ha reinterpretato il profilo del Valtènesi Rosè, rendendolo un vino rappresentativo del Lago di Garda.

Mattia Vezzola, con la sua inesauribile curiosità e dedizione all'enologia, è riuscito a contribuire significativamente al settore vinicolo italiano, spingendo i confini dell'innovazione e mantenendo un profondo rispetto per la tradizione e il territorio.

Be Ranci! il salone dei rancios secchi

Be Ranci! il salone dei rancios secchi

Non andartene sobrio verso quella dolce notte, usa vino e furore per combattere il tramonto della luce

Non andartene sobrio verso quella dolce notte, usa vino e furore per combattere il tramonto della luce