Recioto della Valpolicella e le sue sette anime
Qualcosa di nuovo si muove, forse, in Valpolicella. Riguarda il vino "padre" della denominazione veronese, il Recioto della Valpolicella. E riguarda un certo complesso che affligge il mondo del vino italiano e internazionale, il complesso del gusto dolce.
I produttori non "vedono" il mercato per i prodotti che assecondano questo gusto, e la critica del vino lo relega al livello del dessert o lo classifica bonariamente come "femminile" o "amabile". Poi tutti fanno finta di non "vedere" che il dolce vende eccome, come segnalano i consumi di bevande da aperitivo e non solo, e cocktail (i primi 25 cocktail consumati al mondo sono dolci), e pure il successo avvenuto sotto il nostro naso di Prosecco e Amarone della Valpolicella, casualmente "addolciti" nei rispettivi stili negli ultimi quindici anni.
Occasione (che ho definito in qualche modo storica) per confrontarsi con questo tema ce l'ha offerta la Cantina Valpolicella Negrar, da tempo impegnata in un paziente lavoro di focalizzazione su alcune espressioni del complesso territorio della Valpolicella classica, sotto l'impulso in particolare di Daniele Accordini, Direttore Generale, e di Claudio Oliboni, agronomo responsabile del vigneto della cooperativa di Negrar.
Ciò che sarà da ricordare è semplice: una rassegna su sette tipologie (o espressioni) di Recioto della Valpolicella della Cantina Negrar, finalmente trascinate dall'ombra del "angolo dessert" al centro della scena di un vero e proprio impiego del Recioto come vino "a tutto pasto". Vedo trasecolare molti lettori, e chiedo quindi pazienza e comprensione nei confronti del sottoscritto, ma forse l'argomento non fa proprio per voi. Niente di preoccupante, si tratta solamente di questioni di gusto, e di voglia di affrontare un punto di vista diverso su questa tipologia di vini.
Grazie a un menù messo a punto dallo chef Mida Muzzolon di Tenuta San Martino di Legnago (VR), ben sette-Recioto-sette hanno incrociato il gusto con polenta e lavarello, pane e salame, risotto e anguilla fumé, lasagnette e radicchio e porri e formaggio Montasio, guancette di porchetta da latte e patate alle mandorle e crumble alla zucca, praline di cioccolato e sigari da meditazione.
Stupiti? Non dovreste. Già nel 2012 noi di Terroir Amarone (Elisabetta Tosi e il sottoscritto) organizzammo un incontro con Recioto della Valpolicella a "tutto pasto", la cinquantina di partecipanti dell'epoca furono molto soddisfatti e sorpresi dalla grande adattabilità col cibo di questo vino. Forse i consumatori e gli appassionati sono meno condizionati dalle categorie accademiche dell'abbinamento vino-cibo e meno prevenuti rispetto alla critica enogastronomica dominante.
In ogni caso, sarà interessante verificare se a questa iniziativa - la prima che ci risulti intrapresa da un produttore della Valpolicella - avrà un seguito anche tra altri loro colleghi della zona. Il peso relativo di Cantina Negrar è significativo nella produzione del Recioto della Valpolicella: infatti, producono circa 60 mila bottiglie/anno, pari a una quota oscillante tra il 15% e il 20% della produzione totale, ponendosi così nella posizione del produttore leader di questo vino.
Infine, per gentile disponibilità della Cantina Negrar, qui sotto potete studiarvi alcune delle slide usate durante l'incontro. Scoprirete molte cose interessanti sulla storia e l'eredità lasciata dal padre dell'Amarone, il Recioto, quel vino senza il quale questa ricca denominazione non potrebbe vantare i risultati conseguiti sui mercati. Speriamo non se lo dimentichino.