Quanta acqua sarà passata sotto i ponti da quel 8 aprile 2006, quando al Vinitaly organizzai il primo appuntamento dedicato al tema del "blog & vino" (vedere qui e qui)? Ben 1.686 giorni separano quella data da quella del convegno "Vino in bocca - tendenze e comunicazione nell'epoca di Internet”, tenutosi giorni fa nell'Aula Magna dell' Istituto Agrario di S.Michele all’Adige.
Officianti del rito convegnistico: Paolo Ghezzi, giornalista de L'Adige, qui moderatore e co-relatore, Fabio Giavedoni, co-curatore della guida Slow Wine, Angelo Peretti, blog InternetGourmet, Filippo Ronco, l'anima di TigullioVino, Vinix e VinoClic, Davide Cocco, StudioCru, e Stefano Caffarri, blog Appuntidigola.
Non finisce di sorprendermi il fatto che, dopo 1.686 giorni, ci sia ancora tanta curiosità per questo "coso" che chiamano Internet e blog, al quale sempre troppo pochi produttori e operatori del mondo del vino si avvicinano: a San Michele all'Adige si è raggiunta forse una cifra record di presenze per l'Italia, 35 produttori, ma sembrano sempre una goccia nel mare. Certo, si avverte un "clima" diverso, una maggiore attenzione ma, come vedrete al termine di questo post, ancora non basta.
Di certo, molti dei presenti in quella sala ancora si lambiccano con la questione Internet. Fabio Giavedoni, per esempio, ancora si preoccupa se un produttore passa troppo tempo davanti al computer. Se, invece, passasse troppo tempo sulla Gazzetta della Sport, o su una pensosa pubblicazione Slow Food, possiamo stare tranquilli, egregio Giavedoni? In ogni convegno dedicato al rapporto tra Internet e il mondo del vino, spuntano sempre i "preoccupati", i "perplessi", i "problematici". Spiace notare che siano, quasi sempre, giornalisti della carta stampata. Quella che perde copie su copie, mese su mese, anno su anno.
Forse è per questo che gli organizzatori hanno invitato un rappresentante della guida Slow Wine, il nuovo parto editoriale di Slow Food? Siamo forse accorsi a San Michele all'Adige per sentir parlare di problemi o di opportunità?
E così, il sottoscritto è stato costretto a fare un po' di polemica durante il convegno. Sentire affermare che il "nuovo approccio" di Slow Wine, nata dal divorzio con il Gambero Rosso, ne fa "un soggetto completamente nuovo e diverso dal passato", ebbene fa almeno sollevare le sopracciglia. Chi ha messo in discussione il valore della critica del vino e le guide, sono stati i blogger del vino, italiani e internazionali. Ben prima di Slow Food. Chi ha introdotto l'interesse per le pratiche produttive aziendali anziché le sterili discussioni sul mero contenuto del bicchiere (peraltro giudicato da questi critici su base seriale di massa, asettica, lontano dalle aziende, ma troppo vicino - pericolosamente vicino - ai loro portafogli di inserzionisti), siamo stati noi, noi wine blogger, e voi lettori con i vostri interventi e commenti. Molto prima di Slow Food.
Ora, ben venga la nuova guida. Di Slow ha di certo il tasso di innovazione. Coerente con quello standard del Paese, allineata nella propensione al rischio di un bradipo. Nel merito: ben poche novità, ben pochi rischi nelle scelte delle aziende, qualcuno dice che occorre portare pazienza, col tempo migliorerà. Vedremo. Nella forma: 1.216 pagine in 1.232 grammi. Un chilo e due etti abbondanti. Esaltano il territorio ma lo comunicano con mappe di difficile lettura e chiarezza. Versioni elettroniche? Forse un domani, come semplici gadget, tanto per far lavorare qualche "amico". Versioni online? Nah. Rischiereste di passarci su troppo tempo, davanti a quel benedetto computer.
Angelo Peretti dice che il rapporto tra Internet e la comunicazione del vino è "difficile". A me sembra che occorra semplicemente "rottamare" un po' di personaggi che ostruiscono la strada.
Nel frattempo, ecco cosa è successo negli ultimi due anni negli USA e nel mondo, dove il rapporto tra Internet e il vino sembra essere un tantino diverso (fonte: Paul Mabray, VinTank):
- l'e-Commerce (la vendita di vino online) ha appena cominciato a fiorire, mostrando il più elevato tasso di crescita di qualsiasi canale "direct to consumer" per i produttori attivi nel settore;
- il CRM (Customer Relationship Management) non è più solo una parola di moda, ma un obiettivo chiave per l'industria del vino. Stiamo vivendo un Rinascimento delle società online che entrano nel settore per aiutare le aziende a competere e avere successo nelle vendite e nel marketing;
- i sistemi di recensione dei vini (peer reviews) forniti dai siti come Cellartracker/GrapeStories, Winelog.net, Adegga e dai wine bloggers stanno diventando rilevanti quanto i più importanti magazine del vino;
- sempre più società editoriali come Corkd.com e Palatepress.com stanno creando contenuti online sul vino di interesse crescente;
- i principali scrittori del vino (Jancis Robinson, Jon Bonne, Bill Daley, Natalie Maclean, Leslie Sbrocco) stanno adottando Twitter, Facebook, sistemi mobili come iPhone e Android e i blogs per condividere i loro pensieri e opinioni sul vino;
- sempre più società di servizi sono di aiuto alle cantine per navigare nello spazio digitale;
- le piattaforme mobili proliferano tra i consumatori e li indirizzano nelle scelte del vino;
- e - aggiunge Paul Mabray - "non mi sono mai divertito così tanto nel vedere il business del vino trasformarsi sotto l'azione catalizzatrice del digitale...".
Come si vede, tutto molto poco slow...