Oggi si è aperto a Milano il SIMEI, il salone biennale delle attrezzature enologiche. Tra le tecnologie manipolative emergenti in cantina, si scorge l'arrivo della dealcolizzazione, ovvero la capacità di ridurre il grado alcolico del vino. L'argomento è assai controverso (qui un post sull'argomento: "Ridurre l'alcol nel vino: è un peccato originale?"). Queste tecniche sono vietate in Italia, ma tra gli addetti ai lavori già si parla di una probabile apertura per un periodo di sperimentazione. Terminata la quale diventeranno probabilmente legali [AGGIORNAMENTO: questa pratica enologica è diventata "ammessa" in Italia, vedi commento n. 20 qui sotto].
La dealcolizzazione sembrerebbe risolvere una diffusa preoccupazione dei produttori: diversi studi dimostrerebbero un sensibile innalzamento del grado zuccherino delle uve e quindi del grado alcolico potenziale, dovuto principalmente al (presunto?) innalzamento delle temperature medie di questi ultimi anni.
Ma quanto è fondata tra noi consumatori la preoccupazione per il livello alcolico del vino? Quanti consumatori valutano il grado alcolico di un vino nell'istante dell'acquisto o del consumo? Esistono studi recenti al riguardo?
Mentre attendo qualche eventuale vostra segnalazione, ho pensato di realizzare un sondaggio per misurare il grado di sensibilità del pubblico al problema. Senza alcuna pretesa di scientificità assoluta, mi interessa conoscere l'opinione dei lettori di questo blog.
Il sondaggio è disponibile cliccando qui.
Vi prego di diffondere la cosa, più persone risponderanno, più interessanti saranno i dati raccolti.