Pausa di auto-formazione dalle parti di Livorno, più precisamente tra Bolgheri e Castagneto Carducci.
Invitato con Elisabetta Tosi [blog: Vinopigro] a visitare la Tenuta dell’Ornellaia dal suo stesso direttore generale, Leonardo Raspini, non ci siamo fatti ripetere l’invito due volte.
Ed eccomi qua, in una spettacolare giornata di fine inverno, illuminata da un sole accecante e da una tramontana impetuosa, che spazza i bassissimi vigneti a guyot e cordone speronato, regolari e precisi come cuciture di un bell’abito. E ti viene una prima sensazione: questa holding vinicola - che si occupa di fare vini preziosi con l’apporto di manager di cultura ed esperienza internazionale - sembra un atelier sartoriale, alla moda e dotato di molti moderni sistemi di persuasione.
Sembra. Ma non è solo questo. In realtà, la visita ai vigneti della proprietà - dislocati in due grandi aree, una in località Bellaria - bellissima!- sopra il paesino di Bolgheri, e l'altra nelle adiacenze della cantina poco più a sud, dura assai più a lungo della visita alla cantina e della degustazione finale.
Sarà per la passione, sarà per la vocazione professionale, sarà per le regole interne del marketing, ma Leonardo Raspini "sente" questa terra: prima ancora che general manager egli è agronomo, e ti sa trasmettere molte buone sensazioni da ciò che già puoi vedere degli impianti di viti di Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Petit Verdot. Senza trascurare i 120 addetti qui occupati, il resto del lavoro lo fa questa particolare fetta di terra toscana, Bolgheri: Raspini spiega che questi vini sono fatti con la luce, quella luce amplificata dallo specchio del mare così vicino, quella luce che sollecita la formazione ed estrazione di polifenoli complessi e ricchi nelle uve di questi vigneti, che vengono lasciate sulle piante fino alla completa maturazione. Ebbene, con la ruffiana complicità di questa giornata di sole invernale, lo capisci benissimo cosa intende dire. Poi tocca ai suoli, un frullato magmatico di varie argille e calcare, capaci di offrire quella variabilità anche all'interno di piccole aree produttive: è un bell'impegno per chi progetta e dirige il lavoro qui, riconducendo al prodotto finale questa complessità, vinificando separatamente non solo le uve, ma anche le uve in base allo specifico terreno del vigneto.
E' il caso del famoso cru aziendale, il Masseto: questi sarebbe un monovitigno di Merlot ma, come spiega da subito Raspini, i sette ettari del Masseto sono in realtà ripartiti in tre zone distinte per suolo e micro-clima. Per questo motivo il Masseto sarebbe un blend di tre grandi tipi di Merlot all'interno dello stesso cru. Concetto che visivamente si afferra bene quando finalmente lo vediamo questo suggestivo fazzoletto di terra, culla di un vino che arriva a spuntare prezzi assai importanti tra quella sotto-specie di bevitori appassionati che sono i collezionisti di vino (ci tengono, qui, a ricordarti come in tempi così incerti soltanto oro e vini pregiati siano i veri "beni rifugio" per i capitali orfani di plus-valenze speculative).
Immagino cosa possa essere questo bel vigneto da "vino rifugio" quando arriverà settembre, quando le "Balie da vino" (è il curioso nomignolo affidato qui alle lavoranti che operano la vendemmia e la cruciale selezione delle uve sui tavoli di cernita) si affacenderanno tra i filari sui ronzanti trattorini elettrici, ipermoderni e ambientalmente sostenibili.
E poi la cantina, affidata alla responsabilità dell'enologo Axel Heinz (franco-tedesco di rigorosa scuola enologica bordolese) e alla consulenza di Michel Rolland. Qui l'azienda non si fa mancare nulla in termini di mezzi tecnici, fino alla nuovissima barricaia, suggestiva e glamourous al punto giusto, con un pavimento che sembra spugnato col vino rosso.
Non fanno vendita diretta in cantina, ad oggi. Potrei dirvi di risparmiarvi il viaggio, ma dal prossimo anno realizzeranno un vino "pensato" per la sola vendita diretta: “Variazioni in Rosso”, si chiamerà, 5.000 bottiglie per il quale in azienda discutono se aprirlo anche alla vendita online.
E ora la degustazione dei vini. Qui si producono 3 vini ufficialmente a catalogo. E il Masseto, categoria merceologica quasi a sè stante, dato che marketing e mercato gli assegnano lo status del vino da collezione, quindi da extra-catalogo.
- Le Volte Toscana IGT 2007
Prodomina il Sangiovese al 51%, poi 34% Merlot, 15% Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
Vino “base” dell'azienda, tirato in 500.000 bottiglie, circa la metà realizzato con uve dell’azienda, il resto proviene da conferitori di tutta la zona Bolgheri. Soggiorna in barrique di terzo passaggio - provenienti dalla lavorazione del Masseto e dell'Ornellaia - per 10 mesi.
Appena imbottigliato da pochi giorni. Fresco e bevibilissimo. A €7,50 + Iva, si segnala con un buon rapporto qualità/prezzo. - Le Serre Nuove dell'Ornellaia Bolgheri DOC 2006
50% Merlot, 35% Cabernet Sauvignon, il resto Cabernet Franc (9%) e Petit Verdot (6%).
E' il "secondo vino" dell'Ornellaia, taglio bordolese da un'annata calda ma non torrida, con germogliamento ritardato in primavera, ma poi secca e, grazie al clima di Bolgheri, regolarmente ventilata. Piovaschi durante la seconda metà della vendemmia hanno rallentato la maturazione del Cabernet Sauvignon, poi proseguita regolarmente. Realizzato in 200.000 bottiglie, fermenta in acciaio e si affina per il 25-30% su barrique nuove per circa 15 mesi. Tannino dolce, sembra morbido e ruvido allo stesso tempo, molto particolare. Freschissimo, molto bevibile, pericolosamente bevibile... A €17,90 + Iva. - Ornellaia Bolgheri Superiore DOC 2005
60% Cabernet Sauvignon, 22% Merlot, 14% Cabernet Franc, 4% Petit Verdot.
Annata bellissima fino a settembre, poi i piovaschi continui hanno complicato le operazioni di raccolta, per fortuna il vento del Tirreno ha salvato le uve di Cabernet Sauvignon dai problemi seri, portando la chiusura della vendemmia all'11 ottobre. Per questo vino sono stati prodotti ben 54 vini base, segmentati per varietà di uva, vigneto e parcella.
Complesso, elegante, mutevole nella sua pur breve permanenza nel mio bicchiere, fresco, lungo e persistente. La legnosità gustativa della barrique qui è gestita benissimo, con risultati di indubbia eleganza. Alcol al 14,5%, più che gradevole anche questo critico aspetto. A € 60,00 + Iva. - Masseto Toscana IGT 2005
Merlot in purezza, come accennato proviene da un vigneto di 7 ha. ripartito in tre zone diverse per terreno e micro-clima: insomma, un blend di Merlot sensibilmente diversi.
L'annata 2005 la definirebbero “articolata”... (vedi sopra), la vendemmia della parte centrale del vigneto si è conclusa addirittura il 30 settembre.
Il risultato è un vino che mi permetto di definire "ancora crudo", austero, manca (per ora) l’avvolgenza della dolcezza del Merlot, con tanti tannini ancora da limare. A questo stadio di evoluzione (è un vino in fasce) si fatica a riconoscerne un Merlot. Ma si sa, è un Merlot "rifugio", teniamolo lì, e riparliamone fra un po’ di anni. A €110,00 + Iva.
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Le immagini della nostra visita alla Tenuta dell'Ornellaia sono disponibili anche su Galleria Aristide.