Entro febbraio sapremo se il Parlamento approverà gli annunciati inasprimenti del Codice della Strada, abbassando la "soglia di ubriachezza" al nuovo limite di 0,2 grammi di alcol per litro, o 0,20%, dopo che nell'agosto 2007 fu introdotta la soglia dello 0,50% (Aristide ne ha parlato qui). Nel frattempo, il mondo del vino ha cominciato a organizzare la "pressione diplomatica" che dovrebbe convergere sui parlamentari componenti la IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Registro con interesse una nuova presa di posizione sulla questione della "soglia 0,20%", proviene da una giovane associazione di produttori, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. In sostanza, dicono, siamo per il consumo moderato e consapevole (ci mancherebbe!), ma se passa questa norma la sopravvivenza delle nostre aziende diventa critica.
============================
Comunicato Stampa
Ma giudica grave e pericoloso per la sopravvivenza economica dei propri soci l’abbassamento del limite dagli attuali 0,5 grammi di alcol allo 0,2
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti desidera prendere una posizione chiara e forte rispetto al progetto di legge sulla sicurezza stradale che è in discussione presso la Commissione Trasporti, che presiede l’onorevole Mario Valducci. La proposta, vorremmo ricordarlo, è quella di abbassare il limite dagli attuali 0,5 milligrammi di alcol per litro di sangue a 0,2 mg/l.
Se passasse questa legge praticamente sarebbe vietato a chiunque il mettersi alla guida dopo aver consumato anche una sola birra o un bicchiere di vino. La FIVI desidera sgombrare il campo da qualsiasi possibile illazione rispetto a una nostra volontà di incitare all’alcolismo tra i giovani e il desiderio di aumentare il numero di incidenti stradali. Siamo per il consumo moderato e consapevole del vino di qualità. La nostra volontà è un’altra, ovvero quella di difendere la possibilità per gli italiani di consumare anche un solo bicchiere di vino a pasto, il cui consumo è addirittura consigliato dalla stragrande maggioranza dei nutrizionisti a livello mondiale. Nessuno con un tasso dello 0,5 ha mai provocato un incidente a causa del suo tasso alcolico, e per questo motivo in gran parte del Vecchio Continente si era fissato già questo limite assai ristrettivo. Abbassandolo a 0,2 si criminalizza il vino e tutta la cultura millenaria che ha contribuito a creare fin dalla notte dei tempi. Siamo anche stanchi di vedere la nostra produzione assimilata a sostanze alcoliche ben più pericolose per la salute dei giovani e degli adulti come i super alcolici di tipo industriale. Il vino artigianale ha uno stretto legame con il territorio, ha creato una solida economia locale grazie alla forte alleanza strategica con osterie, ristoranti, locande, wine-bar ed enoteche. Questa sorta di proibizionismo che sta colpendo il nostro paese rischia di mettere in ginocchio un intero settore, uno dei pochi che genera profitti e che incrementa il settore turistico italiano. Chiediamo pertanto che venga assolutamente riconsiderato questo abbassamento dallo 0,5 allo 0,2 per il bene del vino italiano e delle nostre tradizioni enogastronomiche.
Chiediamo, invece, un giro di vite rispetto al consumo di stupefacenti, vera causa di incidenti mortali e che le forze dell’ordine non possono adeguatamente sanzionare per la mancanza di narcotest sulle nostre strade. Fermiamo le stragi in modo intelligente con un controllo più capillare mantenendo gli attuali limiti che già sono molto stretti, senza per questo colpire ingiustamente chi si spezza la schiena nei campi e tra le botti per realizzare un prodotto artigianale e di tradizione millenaria come il vino. Uno Stato forte è quello che fa rispettare le leggi e non quello che crea limitazioni sempre più strette perchè non ha la possibilità di fare rispettare la propria legislazione.