Novello: cambiate il disciplinare. Questo chiedevo nel 2005.
Oggi, 6 novembre, è il primo giorno di commercializzazione del Novello 2008. Nella notte tra martedì e mercoledì scorso ho seguito il ben realizzato party inaugurale dell'Anteprima Novello, organizzato da Veronafiere e Vinitaly al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Molti hanno celebrato le qualità del Novello (autorità, critici enoici e soubrette televisive), ma nessuno ha parlato dell'unica, vera, fondamentale discriminante della qualità del Novello e di come rappresentarla, tutelarla, comunicarla al consumatore. Parlo della vinificazione tramite macerazione carbonica applicata a uve provenienti al 100% dall'ultima vendemmia.
Quindi: mentre l'Italia del vino continua a chiacchierare di Novello, l'edizione 2008 vede 246 produttori (erano 352 nel 2004, -30%), 11.150.295 bottiglie prodotte (16.884.508 nel 2004, -34%), circa €52,5 milioni il fatturato stimato (€77 milioni nel 2004, -32%). Il prezzo medio stimato di una bottiglia di Novello è nel frattempo cresciuto dai €4,60 del 2004, ai €4,71 di oggi (+2,39%) [fonte dei dati: Vinitaly].
I numeri sembrano dirci che la situazione del Novello italico è critica...
Secondo Aristide la ragione di questa debacle è da addebitarsi alla effettiva qualità del Novello italiano. Ci sono evidenti differenze olfattive e gustative tra Novello al 100% di m.c. e Novello al 30% di m.c. Anche gli assaggi che ho effettuato durante l'Anteprima Novello di Verona lo confermano.
Il "problema qualità" risiede in un vizio all'interno del disciplinare adottato nella legge del 1989 (con successive modificazioni), il quale consente di limitare la macerazione carbonica ad un minimo del 30% delle uve. In pratica si consentono "integrazioni" con vini prodotti con vinificazione tradizionale di uve della medesima vendemmia (anche se non è chiaro chi e cosa impedisca alle aziende di utilizzare fondi di magazzino invenduti!). Tale escamotage non si è tenuti a dichiararlo in etichetta.
Non tutti i produttori limitano la macerazione carbonica al 30%, ma occorre che sia chiaramente esplicitato in etichetta il ricorso ad essa in via completa o esclusiva. Il consumatore deve pertanto essere informato che non esiste omogeneità di prodotto sotto la denominazione "Novello". Infatti, ad oggi, egli può acquistare:
- un vino realizzato con il 100% di macerazione carbonica applicata alle uve dell'ultima vendemmia (nella foto qui a lato un maceratore impiegato nella produzione di Novello);
- un vino realizzato con ricorso alla macerazione carbonica su una parte di uve (minimo 30%) ed una parte integrata con vini prodotti con vinificazione tradizionale di uve, sempre dell'ultima vendemmia.
La peculiarità del Vino Novello risiede in un procedimento diverso di lavorazione dell'uva, in particolare la "macerazione carbonica", una tecnica di vinificazione tramite fermentazione accelerata messa a punto in Francia negli anni '30.
Questo vizio del disciplinare va rapidamente risolto modificando la legge. Occorre introdurre un disciplinare rigoroso almeno nel vincolo del 100% delle uve alle quali applicare la macerazione carbonica. E non solo per garantire al mercato un prodotto più conforme alla sua denominazione.
Ho già scritto che mi interessa che venga sviluppato questo mercato, mi piace pensarlo come una sorta di mercato del "accesso al vino" in quanto è forte la sua capacità di attrarre al vino un pubblico di giovani, donne ed in generale di persone magari preoccupate dall'alcool o dalla "seriosità" del vino. Un pubblico che cerca un modo più facile di bere, ma che nel tempo collocherà il Novello nella sua corretta dimensione di consumo stagionale, per poi aprirsi alla conoscenza ed al consumo di vino tradizionale.
Il fatto che questo sia un pubblico di consumatori inesperti, non deve consentire ai produttori di rifilargli prodotti non conformi allo standard qualitativo: occorre intervenire subito, o la prossima anteprima Novello si svolgerà in una cabina telefonica...