(In volo per l’Ungheria) - Questa mattina (sabato 31 maggio) voglio segnalarvi un pezzo sul Corriere della Sera, pagina 23: «“Bevitori unitevi”. Rivolta a tavola». L’autore è Christopher Hitchens, polemista inglese e gran penna del giornalismo internazionale più impegnato.
Chi è l’obiettivo della polemica di Hitchens? Il sommelier. E il cameriere. Insomma, quei personaggi che, una volta esaurito il loro prezioso compito nell’aiutarvi nella scelta della bottiglia al ristorante, insistono a versarvi il vino non appena scorgono un bicchiere vuoto.
«La rozza consuetudine di intrufolarsi e versare le libagioni di propria iniziativa è la massima espressione di quest’ultima forma di scortesia. Oltre a rivelare di per sé un‘agghiacciante villania, tale prassi nasconde (e neppure troppo bene) intenti assai venali: “Sbrigati, e ordina un’altra bottiglia”».
Interrompere una conversazione privata, e versare altro vino senza chiedere, sono per Hitchens “dimostrazioni di onta e insolenza”.
Parole eccessive? Forse no.
Aristide ama versare e versarsi il vino, sentire e valutare la bottiglia, servire il vino ai
suoi compagni di bisbocce enoiche, dosarlo generosamente agli amici
appassionati, risparmiando imbarazzi agli astemi (Hitchens: “che
strazio vedere del buon vino scialacquato nei bicchieri di chi non l’ha
chiesto, né probabilmente lo desidera”).
Sarà senz’altro vero, come afferma il sommelier Francesco Arrigoni, che
“lasciare il bicchiere di un cliente vuoto è un affronto alle regole
della buona cortesia e il mancare al proprio dovere professionale”. Lui
suggerisce, e in parte lo condivido, di richiedere vini al bicchiere.
Già, a trovarli i ristoratori capaci che usano questa graditissima
formula di mescita!
Insomma, non ci sono scuse. Chi paga il conto, deve poter decidere
liberamente come degustare il vino a tavola, senza avere tra i piedi
camerieri e sommelier paternalisti, sempre pronti a rabboccare
bicchieri e servire verità pelose. Di fronte a questo abuso, come in
effetti io lo considero, preferisco oppormi con cortesia e fermezza.