Delle previsioni "vendemmiali" 2007 riporta egregiamente Elisabetta Tosi alias Lizzy [blog: VinoPigro] in questo completo report sul suo blog, aggiornato a pochissimi giorni fa.
Ma se fai vino nella regione di Verona, la terza al mondo per frequenza di grandinate e la prima in Italia per la probabilità di fenomeni temporaleschi intensi, sai per certo che le previsioni vendemmiali sono ancora meno attendibili nel medio termine. E ciò è quanto è purtroppo accaduto alle ore 10.30 di giovedì 30 agosto. Una tempesta di grandine di notevole ampiezza si è abbattuta sulla Valpolicella "allargata" (Valpantena e Val d'Illasi), facendo strage dei vigneti collinari di Grezzana e Mezzane, oltre alle zone collinari interne di Soave. Anche la Valpolicella "classica" è stata toccata, anche se più marginalmente (Montecchio, San Peretto, Torbe di Negrar e Valgatara) e meno pesantemente. Secondo l'ARPAV - l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto - sono caduti 45,6 mm. di pioggia in soli 30 minuti nel comune di Grezzana, con vento a 60 Km orari.
Aristide ha compiuto una serie di sopralluoghi nei giorni successivi alla grandinata. Per rendersi conto di persona, coi propri sensi, di cosa abbia lasciato dietro il suo passaggio questa tempesta.
Il video che ne ho tratto è solo una piccola testimonianza. E vuole sollecitare una riflessione.
Troppo spesso ci accostiamo al vino senza essere consapevoli che in quel bicchiere c'è il lavoro, la fatica, la gioia, le aspettative e tante altre emozioni ancora, di tante persone coinvolte nella coltivazione della vite, nella vendemmia dell'uva, nella trasformazione e affinamento del vino.
Il vino è una bevanda, si dirà. Certamente è così. Ma non per tutti. Il vino è puro edonismo, futilmente superfluo. Assolutamente sì, ma non per tutti. Il vino è business. Certo che è un business, produce redditi spesso interessanti. Ma non c'è niente come l'esperienza del disastro lasciatosi alla spalle da questa tempesta del 30 agosto, per farti cambiare idea, per renderti consapevole che esiste ora, in molte famiglie, nella testa di molti vignaioli, una dimensione di sconcerto, tristezza, preoccupazione, in qualche caso anche di disperazione indotta dall'emotività dei primi istanti successivi al fenomeno ed al suo passaggio, seguita da una più fredda valutazione dei danni e la pronta azione per rimediare rapidamente alla situazione, per salvare il salvabile: chi ha vendemmiato l'uva rimasta sulle piante; chi ha praticato i trattamenti a base di disinfettanti e zolfo, in attesa del momento buono per vendemmiare; chi ha preso atto dell'impossibilità di mettere in appassimento le uve, per dirottarle su altre produzioni.
Ricordatevene, amiche e amici, la prossima volta che berrete un buon bicchiere di vino. Ci sono persone reali dentro a quel bicchiere, emozioni e speranze. Non c'è solo business, edonismo e il rumore di fondo della comunicazione del vino. C'è soprattutto la natura, che ci illudiamo di governare e contenere, ma che ci riporta alle dimensioni che ci meritiamo in questo mondo. Il vino è un dono, soprannaturale o no che sia, in ogni caso condizionato ai capricci della natura, che da e toglie. Un dono accompagnato dagli sforzi e dalle speranze di tante brave e coraggiose persone. E a loro, oggi, voglio rendere omaggio in questi giorni difficili. Salute!
Questo video, insieme a tutti gli altri qui pubblicati, è disponibile su Aristide WebTV.
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