Pasqua fortunata questa del 2006. La ricorderemo per due scoperte, delle quali vi metteremo a parte.
Ad Aristide non era mai capitato: vino “aromatizzato” con una macinata di pepe. Trattavasi di un aperitivo così concepito: Franciacorta DOCG Brut Montenisa (Antinori), una macinata di pepe indonesiano (meno piccante ma più dolce), il tutto guarnito con foglie di “ficoide glaciale” (Cryophytum cristallinum), una particolarissima piantina da insalata provenzale, croccante e buonissima al gusto.
Un ensemble da urlo.
Luogo del fatto: il Giardino delle Esperidi di Bardolino, Lago di Garda orientale, il nostro “orto-rifugio” dalle masse italiche prostrate dalla crisi economica ma ugualmente giunte a presidio della località lacustre gardesana in questa Pasqua del 2006, baldanzosamente stimolate da una vera giornata primaverile. Il “Giardino” è un sicuro rifugio per quei lupi, solitari o in piccoli branchi, dediti alla ricerca di tane, dove la sapienza enogastronomica brilla in un panorama di offerta più dedita allo spennamento delle suddette masse, dopo anni di training nell’esercitare la medesima arte con i popoli germanici.
Bene, nel medesimo luogo siamo incappati nella scoperta numero 2: un vitigno a bacca rossa, autoctono e friulano, proposta in una delle poche interpretazioni disponibili sul mercato, quella di Girolamo Dorigo: il Tazzelenghe 2000 Colli Orientali del Friuli DOC.
Tra la prima scoperta e la seconda, ci siamo visti proporre un bocconcino di lavarello (pesce di lago) con riso venere trattato con un particolare sale albionico dal nome Maldon (informazioni qui e qui). Un crostino toscano arrostito alla fiamma con pecorino marzolino e gelatina di Morellino di Scansano. Timballo di verdura con ragù di coniglio. Petto di galletto al Valpolicella. Selezione di formaggi del Chiantigiano. Creme brulé alle fave di tonca. La prima parte - dopo l’aperitivo – innaffiata con Franciacorta Molenér 1998 di Gatta (Gussago – BS, gran bicchiere!), la seconda con il suddetto Tazzelenghe 2000. Gran finale con Grappa Torbata Centopercento 3.19 che starebbe per 3 alambicchi (presumiamo pertanto 3 passaggi di distillazione) e 3 vitigni (Incrocio Manzioni, Prosecco Asolano, Cabernet del Piave), 1 anno di affinamento in botte di rovere e ciliegio, 9 procedimenti tecnici. Il “Giardino” è luogo di grande ospitalità e calore umano. Le tre Esperidi Susy Tezzon (Aretusa?), Lucia Fellini Anna Vedovelli (Egle?) e Mari Vedovelli (Esperia? Comunque sia, in cucina) insieme alle collaboratrici al servizio, sono gentili, cordiali, discrete, professionali, creative, affabili, brave. Quando poi si passa alla cassa, un’altra grande sorpresa: niente ricarico per coperto e servizio, €49,80 a testa per il pranzo qui sopra descritto, con tutte le bevande qui indicate, più acqua e caffè. Complimenti.