La tavola rotonda al Vinitaly "Blog & Vino" è stata un successo innanzitutto di persone: molti di coloro che ci frequentano online hanno assunto la propria forma fisica, tramutandosi da avatar del commento o dell'email, in persone fisiche sorridenti, cordiali, anche troppo gentili e pazienti nell'averci fatto visita e passato un paio d'ore con noi a ragionare di blog e di vino. Non li citerò per evitare gaffe, per salvare anche gli assenti-annunciati-ma-presenti, ma li ringrazio e li ricorderò tutti con simpatia.
Alcuni di voi hanno già visto la clip-video qui pubblicata, altri erano presenti all'incontro, per tutti ecco una breve sintesi di quanto ci hanno raccontato i nostri partner-relatori. Quanto a noi, riprenderemo il discorso nella seconda parte di questo post.
Susanna Crociani, "nata dietro una botte ma astemia", produce vino con il fratello Giorgio e cura il proprio blog Mondo... di Vino! dal gennaio 2004. Susanna ha le idee molto chiare: "Il blog vive nel mondo virtuale, il vino appartiene al mondo reale ed ai sensi, che legame c'è tra queste due dimensioni? Entrambe svolgono un ruolo sociale: fanno parlare le persone, confrontarsi e scambiarsi delle idee". Essendo il suo blog dedicato a persone non esperte di vino, ha pensato di organizzare una serie di degustazioni via blog, soltanto dopo poche settimane dall'apertura, inviando bottiglie in assaggio ai lettori che ne facevano richiesta: "E' stato interessante valutare le loro opinioni rispetto ai miei vini". Solo di recente ha realizzato un legame più diretto tra il blog ed il sito web della propria cantina, suscitando qualche mese fa molta attenzione su se stessa con la polemica nei confronti delle guide del vino. Secondo Susanna il blog è un ottimo supporto al sito web della cantina: nella sua attuale esperienza, essendo il sito web molto seguito dai clienti esteri, sarebbe necessario poter realizzare i contenuti del blog almeno in lingua inglese (oltre all'italiano) per poterne beneficiare anche a livello di vendita del vino (il sito della Cantina Crociani è dotato delle funzioni di commercio elettronico [eCommerce] e vende la maggior parte dei vini all'estero).
Franco Ziliani, giornalista enogastronomico dal 1984, ci intrattiene oggi dal proprio blog "Vino al vino", ma ha creato il suo primo blog, "Il Taccuino del Franco Tiratore", nell'ottobre del 2005, in seguito ad una "privazione, un lutto", ovvero l'abbandono del magazine online Wine Report dopo sei anni di collaborazione. Ziliani ha svolto in questi anni il ruolo di anti-conformista e polemista, confrontandosi con la comunicazione "ufficiale" del vino, "ingessata, conformista, al cloroformio". Questa predisposizione ad essere e scrivere contro-corrente, porta Ziliani a vedere nel blog la piattaforma ideale dalla quale continuare la sua attività di giornalista e comunicatore: "Internet è sempre di più uno strumento di comunicazione rivoluzionario, e il blog è la sua fantastica evoluzione perché mette a disposizione di ciascuno di noi la possibilità di accedere ad un mezzo dove esprimere liberamente le proprie opinioni sul vino e sul cibo". Continua Ziliani: " Su Internet è cresciuta una generazione di comunicatori competenti, capaci, che nella vita fanno altro e la sera una volta a casa, davanti al computer, ci raccontano il loro rapporto ed esperienze con il vino e il cibo". Riferendosi alle differenti velocità con la quale il blog viene considerato dai grandi media, Ziliani osserva: "L'Italia, grande paese del vino, ancora non si cimenta con questo fenomeno. Negli USA, Eric Asimov editorialista del New York Times, si è visto affidare il wine-blog della prestigiosa testata, dove racconta fantastiche storie sul mondo del vino e delle autentiche contro-verità. Non mi risulta che Paolo Mieli o Ezio Mauro (direttori del Corriere della Sera e Repubblica, ndr.) abbiano contattato nessun collega per aprire un blog sul vino. Quando succederà?".
Ziliani ha concluso il suo intervento con un piccolo coupe-de-théatre: "Perché comunicare con il blog? Perché consente di raccontare in modo alternativo il vino, senza sudditanza, confrontando le opinioni ed i punti di vista sul vino con i propri lettori. E tutto ciò comincia a preoccupare molti. Di recente un collega giornalista ha annunciato l'apertura del proprio blog scagliandosi nel contempo contro molte appassionate che curano degli ottimi food-blog, definendole delle 'sciampiste' perché non sono giornaliste professioniste. Le suddette si sono costituite polemicamente nel 'club delle sciampiste' e noi per solidarietà fonderemo il 'club dei parrucchieri' e lanceremo un progetto, la 'Wine Blog Association', il club dei blogger del vino: l'anno prossimo ci faremo dare dal Vinitaly una giornata intera per una nostra iniziativa, dove noi 'dilettanti' organizzeremo incontri e degustazioni 'a misura di appassionato di vino', con competenza, capacità, fantasia, libertà e indipendenza di idee".
Slawka G. Scarso, marketer professionista del vino, cura il blog "Marketing e mercato del vino e dell'agroalimentare". A lei era dedicato il compito di illustrarci l'approccio al contributo del blog al business del vino (qui potete scaricare la sua presentazione).
Il blog stimola le vendite? Ecco il caso "Stormhoek" citato da Slawka e il post di Aristide che ne ha parlò qui. E' possibile calcolare il ROI di un blog, ovvero il ritorno sull'investimento nel blog? Secondo Slawka no. Il blog è spesso un complemento di altre strategie di marketing e comunicazione, e il contributo del blog al successo in termine di vendite non è facilmente individuabile. In ogni caso il blog è il "formidabile passaparola" dei nostri tempi: con bassi costi e dandosi una strategia temporale medio-lunga, il blog è estremamente efficace per aiutare un'azienda (o un individuo) a diffondere il proprio marchio o la conoscenza sui propri prodotti. In più, è il passaparola il principale strumento per convincere un consumatore poco esperto di vino (o di computer, automobili, ecc.): "sono i consigli di un amico o degli altri consumatori - considerati o percepiti come esperti - a convincerci su una scelta di acquisto". Il passaparola non è mai stato così importante: negli USA i due terzi del giro d'affari è influenzato dalle opinioni sui marchi. I blogger esprimono opinioni su prodotti, servizi, marchi e vini. La notevole massa di lettori si forma un giudizio partendo da quanto legge online, arricchendo spesso con i propri commenti le opinioni dei blogger. Il giudizio positivo o negativo si trasferisce e consolida nella realtà "scollegata" dalla rete (offline), scaricandosi in comportamenti d'acquisto.
C'è ancora qualche imprenditore disposto ancora ad ignorare i blog?