La foto qui a fianco non proviene da una zona di guerra. L'immagine ritrae uno stabilimento alimentare che produceva vino e succhi di frutta. Località Khollar, 60 chilometri da Shiraz, nel centro della zona montuosa dello Zagros, Iran occidentale, verso il confine dell'Iraq. Qui, fino a 25 anni fa, vivevano migliaia di persone che animavano un centro isolato ma prosperoso, fondato interamente sull'economia del vino. Un'economia assai antica, probabilmente risalente all'epoca dell'impero Persiano (così testimonierebbero reperti archeologici come la coppa di vino nella foto accanto). Un'economia che ha diffuso questo vitigno, lo Shiraz, in tutto il Medio-Oriente, arrivando ad impiantarsi prima in Francia e, successivamente, in Australia, Stati Uniti e Sud Africa (anche se alcuni esperti sostengono sia originario del sud della Francia). Un'economia cancellata dalla Rivoluzione Iraniana ad opera dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini, nel 1979. Da allora, il regime islamico installatosi nell'antico Paese persiano ha vietato la produzione e commercializzazione di vino, sotto la stretta Regola Islamica. Da qui la decandenza della regione dello Shiraz, nonostante i restanti abitanti cerchino di continuare l'antica tradizione nella clandestinità.
Di tutto ciò parla il corrispondente del Guardian, Robert Tait, in questo articolo che merita assolutamente d'essere letto.
Le foto di questo post:
- lo stabilimento in disuso a Khollar, Iran;
- coppa di vino, probabilmente Tabarestan, VII-VIII sec. A.C., Arthur M. Sackler Gallery, Washington, D.C., USA.Grazie a Tom Wark's Fermentations.