La stagione dei vini rosé

La stagione dei vini rosé

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Il caldo si fa desiderare (meglio così...), ma arriverà presto e, insieme al guardaroba, modificheremo leggermente le nostre scelte in fatto di vini.

Uno dei protagonisti delle tavole estive sarà il vino rosé.

I rosé si ottengono in due maniere:

1. raramente (ma molto spesso nello Champagne) si ottengono dalla miscela di vini rossi e bianchi;

2. la procedura standard parte dalla vinificazione in bianco di uve rosse (denominata blanc de noirs), separando le bucce non appena avranno conferito la primissima colorazione al vino.

La colorazione di questi rosé variano grandemente dal rosa più pallido al salmone, arrivando ad essere scambiati per vini rossi molto chiari.

Purtroppo, questi vini, salvo rare eccezioni, ci lasciano spesso perplessi essendo quasi sempre molto secchi, acidi, poco fruttati, con temperature di servizio spesso troppo basse, ad ulteriore detrimento delle poche qualità di molti rosé: insomma, è abbastanza difficile berne di buoni. A questo proposito abbiamo scoperto che i consumatori americani preferiscono rosé assai fruttati, spesso "quasi" dolci e di bassissima acidità. Una notevole differenza rispetto al gusto prevalente tra i maggiori produttori di questi vini, ovvero francesi, italiani e spagnoli.

Il miglior rosé italiano (e forse del mondo)

Dicevamo della scarsa affezione di Aristide per questi vini: durante lo scorso  Vinitaly abbiamo però ritrovato conferme e consolazione in questo grande interprete del rosato italiano, il Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo DOC. E' vero che il primato va conteso al Salice Salentino Rosato, ma Aristide ha degustato uno strepitoso rosé che ha fatto scattare la personale preferenza (grazie all'amico Fabio Tavazzani che ce lo ha fatto scoprire). Si tratta del Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo, dell'azienda Cataldi Madonna (Ofena, AQ, un paesino collocato in una torrida conca esposta a sud, a 450 mt. di altezza, sotto il Gran Sasso, già soprannominato il "Forno d'Italia"). E Luigi Cataldi Madonna, nipote di Luigi il fondatore dell'azienda, di rosati di Cerasuolo ne produce due: il Cerasuolo Montepulciano (la base) ed il Cerasuolo Piè delle Vigne, del quale abbiamo degustato il 2004 appena imbottigliato prima del Vinitaly. Si tratta di un rosé molto concentrato rispetto al solito, dal colore molto intenso (lo si scambia facilmente per un rosso un pò chiaro), dalla ricca sensazione di ciliegia.

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E' assolutamente da provare con i tradizionali accostamenti dei cibi estivi, ma, soprattutto, è uno strepitoso abbinamento con gli spaghetti al pomodoro verace e basilico, un connubio mediterraneo di assoluta unicità e qualità. E chissà come funziona l'abbinamento con una Pizza Margherita o, ancora meglio, Marinara...

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Il porta bottiglie ritratto nella foto in apertura è di Bourno-Bacchus.

Erbe gourmand in Alto Adige

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Giudicare il vino (2)

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