Corporativi digitali

Corporativi digitali

Stemmi delle corporazioni fiorentine, da Zanichelli DizionariPiù

Stemmi delle corporazioni fiorentine, da Zanichelli DizionariPiù

"Comunicazione Digitale
Igersitalia rilascia il Codice Etico per i Digital Content Creator

Il codice, voluto e redatto dal Comitato Scientifico dell’Associazione nazionale, intende rappresentare e tutelare la professione emergente dei Digital Content Creator, indicando norme generali di comportamento e di rapporto con la committenza. Prevista anche la costituzione di un elenco nazionale dei professionisti del settore e la redazione di un disegno di legge da presentare in Parlamento".
tratto dal comunicato stampa

Questo è il titolo e il lancio del comunicato stampa appena atterrato nella mia email. Chi ne è il promotore? Ecco qua:

"Igersitalia è l’Associazione nazionale che riconosce, rappresenta e tutela gli appassionati e i professionisti specializzati nella produzione di contenuti digitali. Abbiamo costruito la più grande Community italiana legata al mondo della comunicazione visiva, con particolare riferimento alla fotografia digitale, alla mobile photography e, più in generale, alla produzione di contenuti multimediali".

Questi "giovani" Instagramers se ne sono usciti con una trovata un po' polverosa che, insomma, suscita in me un misto di diffidenza e ripulsa: creare un nuovo albo dei professionisti creatori di contenuti digitali, con tanto di codice etico.

Dicono che ci sia bisogno di un codice etico (questo blog se lo è dato dalla sua creazione nel gennaio 2005!), che occorra dichiarare i potenziali conflitti di interesse (pratica qui in uso da sempre), più altre amenità tratte dal buon senso della pancia di un Paese iper-normato e iper-regolamentato, che però conosce, convive e sopravvive nella più alta illegalità oggi riscontrabile tra i paesi sviluppati.

Saranno questi boy scout di Instagram a darci queste nuove regole? Faranno lobby - come sostengono - per arrivare addirittura a un disegno di legge da presentare al Parlamento, per "dare al settore un sistema di regole condivise e universalmente riconosciute"? E infine, avremo l'albo-elenco nazionale che "costituirà per gli iscritti una forma di 'certificazione di professionalità' nei confronti di agenzie e brand che ricercano sul mercato un certo tipo di competenze ed esperienze"?

Ogni volta che sento parlare di nuove regole in Italia, mi aspetto tasse e divieti e nuove barriere. Del resto, chi sogna paradisi spesso realizza inferni in terra. Chiedo a me stesso - ma anche ai boy scout di Instagram italici - se la rivoluzione della digitalizzazione delle economie e delle società contemporanee abbia avuto bisogno di nuove regole di legge e corporazione per compiersi. Non credo. Piuttosto, la missione è stata - ed è ancora - sovvertire regole e regolamenti. Cambiare la realtà, non regolarla. Se qualcuno stabilisse che non si può fare innovazione in un garage o in una stanzetta del college, così per codice etico o regola burocratica, ci saremmo giocati il futuro.

Ma così è la nostra società italiana: corporativa. La famosa "serva Italia" di Dante Alighieri.

Ma basta così. Magari per una volta mi sbaglierò. Bonariamente, davvero, proverò a sospendere il giudizio e attenderò i fatti. Teniamoli d'occhio questi boy scout...

Cembra, la montagna si fa vino

Cembra, la montagna si fa vino

Il dibattito sui tappi

Il dibattito sui tappi