Eve Matin, “Pilgrimage”: un pellegrinaggio di suono e silenzio

Ci sono brani che non cercano di sedurti in 30 secondi, ma ti chiedono tempo, attenzione, silenzio.
“Pilgrimage (Live in Morphine Raum Studio)” di Eve Matin, tratto dall’EP “Transmutancia” pubblicato il 28 ottobre 2025 da Leaving Records, è esattamente questo tipo di esperienza sonora: un cammino più che una traccia, un rito più che un brano di sottofondo.

Registrato dal vivo al Morphine Raum di Berlino, all’interno di una performance improvvisata, il pezzo conserva l’aria dello studio, le risonanze reali, la sensazione di qualcosa che accade una volta sola, in quel luogo e in quel momento. La stessa Matin ha raccontato come l’intero set sia stato registrato senza che lei lo sapesse, e solo dopo sia stato riconosciuto come la forma più sincera del suo lavoro.

Chi è Eve Matin

Arpista e compositrice peruviana di origini persiane, ex prima arpa alla Peruvian National Symphony Orchestra, oggi intraprende un percorso di ricerca tra musica contemporanea, improvvisazione e spiritualità Baháʼí. Eve Matin dichiara apertamente che la sua pratica musicale è radicata nell’idea di “deep listening” e di conoscenza consapevole messa in azione.

Il suo EP di debutto, “Transmutancia”, posiziona l’arpa non come semplice strumento di accompagnamento, ma come vero linguaggio di movimento, comunione e vulnerabilità radicale. È musica che nasce tanto dal corpo quanto dallo spazio, dal luogo quanto dall’interprete.

Il brano: un pellegrinaggio sonoro

Pilgrimage arriva come traccia conclusiva dell’EP, dopo un percorso che passa da “Azam and Eve”, “Whisper for Fatimih”, “This is the day that shall not be followed by night” e “Chiqchipa (Live in Morphine Raum Studio)”.

Qui l’arpa è il centro di gravità: pattern ripetuti e modulati con lente variazioni, risonanze lunghe, lasciate vivere nello spazio, una dinamica che cresce millimetro dopo millimetro, senza artifici né effetti “da playlist”. Il risultato è un brano contemplativo ma non anestetizzato, spirituale senza zucchero new age. C’è quiete, ma non stasi. C’è ripetizione, ma non noia. È una spirale lenta che ti porta progressivamente verso l’interno. E’ visionario e meditativo: un viaggio interiore più che un “pezzo” in senso tradizionale.

Il titolo “Pilgrimage” non è un vezzo poetico, è una dichiarazione di metodo: pellegrinaggio come pratica, non come immagine, un percorso che non cerca di intrattenere, ma di trasformare la qualità dell’attenzione, suono come forma di preghiera laica, radicata nella tradizione Bahá’í e nella sensibilità personale dell’autrice.

Essendo un live da studio, si sentono “aria” e room tone, che entrano nella musica; non è un prodotto super-lucidato, è volutamente “vivo”. Raccomando l’ascolto in cuffia per cogliere i dettagli fisici dell’arpeggio e della fisicità dell’arpa.

In questo senso, il brano è perfettamente allineato con il manifesto di Sinestesie & Suoni: essere segnale, non rumore. Nessun beat compiacente, nessuna struttura pensata per i dieci secondi su social. Solo un flusso coerente e nudo, che funziona soltanto se decidi di fermarti ad ascoltarlo.

E io non riesco a smettere di risentirlo.


Ascolta “Pilgrimage”nella versione audio pubblicata su YouTube:

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