The Old Vine Registry

The Old Vine Registry

 

Ho seguito il lancio del The Old Vine Registry (qui sopra il video del webinar), un sito web gratuito e aperto al contributo di tutti, concepito anni fa nel tentativo di elencare tutte le vecchie vigne del mondo. In pratica, si tratta del primo database globale crowd-sourced* di vigneti storici viventi e in produzione. L'obiettivo di questa iniziativa è creare il registro più autorevole al mondo di questi vigneti, nella speranza che, grazie a una maggiore consapevolezza e attenzione, questi vigneti e i vini che producono possano sopravvivere e prosperare.

Dopo la prima fase dalla creazione di un archivio informale (di fatto si trattava di una tabella di foglio elettronico), si passa alla fase aperta alla consultazione via sito web e, soprattutto, di contributo libero “dal basso” con tutte le informazioni per arricchire il database. Considerato che, nel momento in cui scrivo, la nostra Enotria è rappresentata da soli 26 vigneti storici, direi che questo post è un caldo invito ad attivarsi per aggiungerne al database.

Lo si può fare collegandosi a questa pagina.

Una volta inserito il vigneto con tutte le informazioni richieste, la redazione del sito farà i dovuti controlli e procederà alla pubblicazione. Un elemento interessante risiede nel fatto che ogni vigna ha un link a Wine-Searcher.com dove si possono comprare i vini. Per farvi un esempio, la vigna più antica del Tokaj attualmente censita nel sito è la secolare Boda, di proprietà di Zoltán Demeter, i cui vini sono visibili e acquistabili a questa pagina. Future versioni del sito forniranno una rappresentazione sulle mappe di Google e indicheranno tutti i produttori che rivendicano vini nel vigneto.

Per essere inseriti in questo registro, i vigneti devono avere almeno 35 anni. Questo requisito minimo di età corrisponde ai criteri stabiliti da diverse organizzazioni correlate in tutto il mondo (incluse The Old Vine Conference, Old Vine Project in Sud Africa, Barossa Valley’s Old Vine Charter, e altri ancora).

E, aggiungo io, si tratta di una visione prospettica dell’impiego di un vigneto, che si vuole sempre più proiettato nel futuro in modo da garantire a lungo la sua capacità produttiva e qualitativa. Come ha affermato un partecipante al webinar

“voglio che si discuta di viticoltura piuttosto che di bottiglie o qualità dei vini o sentori degli stessi, ci interessa che si discuta su come far crescere e prosperare così a lungo una vigna”.

Il webinar era ospitato da Jancis Robinson MW con Sarah Abbott MW, Alder Yarrow e Rosa Kruger - Old Vine Project. Tra i relatori anche Tamlyn Currin, che collabora con Jancis Robinson, e Gilian Handelman, vicepresidente della divisione Wine Education di Jackson Family Wines.


(*) "Crowd-sourced" è un termine inglese che può essere tradotto come "sorgente dalla folla". Questo concetto si riferisce al processo di ottenere servizi, idee, o contenuti sollecitando contributi da un grande gruppo di persone, tipicamente da una comunità online, piuttosto che da dipendenti o fornitori tradizionali. L'idea è che una moltitudine di individui può contribuire con le loro competenze o il loro tempo per creare qualcosa di più grande e più completo di quanto potrebbe essere fatto individualmente. Questo metodo viene spesso utilizzato in vari contesti, come lo sviluppo di software open source, la creazione di enciclopedie online come Wikipedia, o le campagne di finanziamento collettivo.
(spiegazione fornita da ChatGPT Plus)


Disclaimer:
con l’esclusione del paragrafo qui sopra riportato, il contenuto di questo post NON è stato generato da un modello di intelligenza artificiale ma dalla creatività e/o professionalità dell’Autore. Pertanto, questo post - al contrario dei testi generati dagli attuali sistemi di cosiddetta “intelligenza artificiale” - riflette esattamente le opinioni o i pareri dell'Autore.

 
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