Corte Sant’Alda, l'avanguardia discreta

Corte Sant’Alda, l'avanguardia discreta

Marinella Camerani

Marinella Camerani

Marinella Camerani, dalla sua casa-azienda sulle colline che sovrastano Mezzane di Sotto, nella Valpolicella Orientale, rappresenta da anni una sorta di “avanguardia discreta”, insieme a quei pochissimi produttori di vino che tentano da anni la strada del “naturalismo” in Valpolicella.

Marinella Camerani è una signora di città ormai pienamente nella parte della vignaiola, tesa in equilibrio tra liberatorie istanze “naturaliste” e l’esigenza di far progredire un’azienda oggi all’alba di un passaggio generazionale che vedrà almeno due figlie (ora e prossimamente) impegnate nell’ereditare e sviluppare il lavoro fin qui svolto. Ci vuole intelligenza per fare tutto questo, e per fortuna direi che a Marinella Camerani non difetti questa qualità. Imprenditore, madre, principale PR di sé stessa, sensibile e riottosa, ma scommetto che si diverta parecchio nel gestire questo equilibrio, visto che ci mette evidente entusiasmo nel trasmettere le sue doti di umana sensibilità e solida e pratica intelligenza (ancora).

Corte Sant’Alda non è una piccolissima realtà, infatti stiamo parlando di una azienda agricola di circa 32 ettari, che gestisce tre differenti aree produttive: Corte Sant’Alda, Podere Castagnè, Adalia.

Corte Sant'Alda - Mezzane di Sotto

Possiamo già parlare di un’azienda icona della Valpolicella? Difficile dirlo. E’ un’azienda che sta lasciando un segno riconoscibile? Stabilirlo richiederebbe una risposta complessa: preferisco pensare che, se fai parte di un’avanguardia, non sei tanto interessato a cosa lascerai alle tue spalle ma piuttosto alla direzione o destinazione che hai impresso al tuo viaggio. Viaggio complicato dal fatto che la solitudine rimane il compagno fisso, perché questa è la realtà attuale di chi fa vino in Valpolicella, a ovest come a est: le espressioni valide e migliori fanno da sé, si parlano appena e lavorano in proprio e per il proprio, collaborazione e confronto non vanno oltre i pochi casi isolati e non si può certo parlare di una rete di produttori che concerti qualcosa di più ampio di una cena insieme o una degustazione.

Quindi, a noi osservatori tocca semplicemente riconoscere e salutare questi eroi isolati, donne e uomini variamente impegnati nella ricerca della propria e familiare serenità e benessere, per poi dedicarci al risultato del loro lavoro.

E che risultato! nel caso di Corte Sant’Alda.

Tra istanti di sorpresa, interrogativi e attimi di autentica felicità, esperienze veloci di un invito per una visita di inizio estate, culminate poi in una degustazione simile a uno slalom gigante, condotta con allegria e competenza da Simon Staffler, redattore di Falstaff.

Dei 14 vini a marchio Adalia e Corte Sant’Alda, ecco cosa mi piace segnalare:

  1. Corte Sant’Alda Soave DOC 2018 - acidità piacevolmente alta e su un registro più equilibrato e complesso, leggermente amandorlato, di discreta lunghezza.

  2. Corte Sant’Alda Inti Garganega Verona IGT 2018 - bianco macerato 40gg. e torbido alla vista, poi in cemento, non filtrato, SO2 molto bassa - attacco cremoso (nel senso del lievito), acidità normale, note amandorlate anche qui, discreta lunghezza, un’idea di vino da seguire.

  3. Corte Sant’Alda Agathe Molinari Rosato Verona IGT 2018 - lavorato in anfora di Impruneta, non filtrato e senza SO2. Manca la frutta della Molinara, secco estremo e tannino un po’ verde, credo esasperato dalla temperatura molto bassa, è un rosé un po’ meridionale e quindi ha potenziale (gastronomico) molto alto.

  4. Corte Sant’Alda Ca’ Fiui Valpolicella DOC 2018 - emerge il carattere vegetale dell’annata, ma è il Valpo fresco che conosco, carico di frutta fresca e perfetto per la tavola dei giorni pari e dispari.

  5. Adalia Balt Valpolicella Ripasso Superiore DOC 2017 - colore nelle regole e aspettative, ridotto all’inizio poi si apre, attacco dolcino in bocca, buona freschezza.

  6. Corte Sant’Alda Campi Magri Valpolicella Ripasso DOC Superiore 2016 - stile Ripasso più moderno, anche se qui il legno è ciliegio, si difende con una buona espressione fresca, secca, e frutto rosso in equilibrio.

  7. Corte Sant’Alda Mithas Valpolicella Superiore DOC 2015 - Cru - Buona complessità generale, caldo come l’annata (anche se molti colleghi della Camerani ancora negano che il 2015 sia stata la terza annata più calda degli ultimi 50 anni!), ma comunque coerente con lo stile di un grande Valpolicella Superiore. Adorabile!

  8. Corte Sant’Alda Mithas Amarone della Valpolicella DOCG 2012 - Cru - molto secco, fresco e sapido, tannini ben evoluti, elegante. Un classico nel suo genere.

  9. Adalia Ruvaln Amarone della Valpolicella DOCG 2014 - riflette l’annata fresca e di nuovo un residuo zuccherino più elevato, vegetale, molto magro. Diamogli tempo: chissà come può evolvere?

  10. Corte Sant’Alda Valmezzane Amarone della Valpolicella DOCG 2013 - magro, austero, secco, sapido, acidità e un filo caldo, peccato che gli manchi un po’ di equilibrio.

  11. Corte Sant’Alda Recioto della Valpolicella DOCG 2016 - molto bevibile, easy drinking, buon equilibrio dolce-fresco-sapido.

Complimenti.

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