Alluvione a Soave, the day after

Soave alluvione Sono almeno 500 gli ettari colpiti della denominazione del Soave, su un totale di 7.000. Le acque tracimate dei fiumi Alpone e Tramigna hanno colpito duro nei comuni di Soave e Monteforte d'Alpone.

Non voglio far mancare la personale solidarietà - e immagino anche quella dei lettori di questo blog - ai produttori colpiti e agli amici del Consorzio del Soave, impegnati in queste ore nel difficile lavoro del ripristino di condizioni di normalità operativa e nella conta dei danni subiti.

Ricevo ora il primo comunicato ufficiale del "day after", lo potete leggere nel seguito del post.

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Soave: la vendemmia è salva ma i danni al comparto sono ingenti

Graduale ritorno alla normalità per Monteforte d’Alpone e Soave nel dopo alluvione
Difficile ad oggi una stima degli ingenti danni alle strutture e alle cantine colpite
Forte rete di solidarietà da parte dei viticoltori che presidiano la doc

Comunicato Stampa n°47/2010 del Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave

Soave, Verona - Sono circa 500 gli ettari di vigneto appartenenti alla denominazione del Soave – 7000 ettari in totale - ad essere stati interessati dalla violenta alluvione che lo scorso primo novembre si è abbattuta sull’Est Veronese, causando la tracimazione dei fiumi Alpone e Tramigna. Le zone più colpite si trovano nei comuni di Soave e di Monteforte d’Alpone, nella parte sud della doc. L’acqua e il fango hanno raggiunto anche l’altezza di 2 metri, arrivando in alcuni punti a coprire completamente i vigneti.

Impossibile ad ora fare una stima precisa dei danni alla filiera vitivinicola, motore dell’economia locale.

Fatta salva la vendemmia, conclusa già da giorni, si tratterà di valutare adesso quanto siano state compromesse le strutture produttive. Al momento infatti si registrano ingenti danni agli impianti elettrici e ai sistemi informatici delle aziende, difficilmente recuperabili. A questo si aggiungono i danni ai magazzini, alla perdita di materiale lì stivato, ai macchinari e annessi rustici delle aziende viticole che ospitano trattori e macchine operatrici, oltre ai danni alle botti in quelle cantine che risultano ancora sotto acqua.

Nell’ambito dei 500 ettari ancora invasi da acqua e fango sarà inoltre necessario valutare i tempi e i costi del ripristino della viabilità rurale e delle reti per il deflusso delle acque, oltre ai costi per l’eventuale recupero delle altre strutture gravemente compromesse dall’evento.

In una situazione di tale emergenza il fattore umano ha fatto la differenza, mettendo in evidenza il ruolo strategico dei viticoltori della zona, quali figure che presidiano e tutelano il territorio. Sono stati molti i produttori e i viticoltori  che si sono impegnati in prima persona e con i mezzi a loro disposizione – trattori, carri e rimorchi – nelle operazioni di sgombero e di salvataggio. A Soave e Monteforte d’Alpone si è creata una vera e propria rete di solidarietà che ha saputo dare un aiuto concreto nelle fasi di soccorso. Oltre al trasporto degli sfollati, molti viticoltori si sono impegnati nelle operazioni di pulizia trasportando terra e materiale di diverso tipo, curandosi di sistemare negli appostiti luoghi per lo smaltimento differenziato quanto di irrecuperabile.

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La foto che apre il post è tratta dal sito Cronaca Live.
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