Le mani nella vendemmia
Finalmente, Aristide in vendemmia. Anche solo se per poche ore, sono riuscito a calarmi nelle operazioni vendemmiali più cruciali: la raccolta.
E che raccolta. Chi poteva immaginare che la prima esperienza da vendemmiatore mi capitasse proprio al fianco di un vignaiolo che ammiro, Sandro Gini, e proprio in uno dei vigneti più particolari, il Campo alle More (a sud-est della località di Campiano, Verona). E poi, vendemmiare l'uva regina del mondo del vino: il Pinot nero.
In questo anfiteatro naturale, a 500 mt. slm., Sandro Gini accettò la scommessa che gli propose il vivaista Erhard Tutzer nel lontano 1989: alla domanda "secondo te cosa potremmo piantare in questo luogo?", Tutzer rispose sicuro: "Pinot nero". Al giovane Sandro non parve vero. La passione per i grandi vini di Borgogna già lo prendeva, e in men che non si dica i Gini (Sandro col fratello Claudio e il padre Olinto, recentemente scomparso) erano in Borgogna a selezionare i cloni più adatti.
Oggi, il Gini Pinot Nero Campo alle More Veneto IGT è un'apparente anomalia nella gamma produttiva dell'azienda di Monteforte d'Alpone. E' lo specchio della passione di Sandro, della sua ricerca personale, del suo entusiasmo tranquillo per le grandi ma semplici cose del vino, e la voglia di cimentarsi - da leader dei bianchi di Soave e d'Italia - nei rossi. Infatti, intorno al Campo alle More, Sandro Gini prepara le operazioni per debuttare anche nel mondo dei rossi della Valpolicella, fra qualche tempo ne sentirete parlare.
Quanto alla mia breve esperienza di vendemmiatore (a parte la schiena dolente alla fine del pomeriggio) devo dire che lo rifarei. Per noi che raccontiamo e consumiamo il vino, è un altro passo nella conoscenza imperfetta di questo incredibile mondo. E' un'esperienza indispensabile, credo. E' il confrontarsi con i ritmi e tempi della raccolta, oltre che la fatica e la perizia del cogliere questi piccoli grappoli d'uva a pochi centimetri dal suolo, coperti dall'erba alta (ah! quando celebrerò l'importanza dell'inerbimento del vigneto, mi dovrò ricordare di questo pomeriggio!), e selezionarli rapidamente, perchè anche quassù nell'alta collina soavese quest'annata bagnata che è il 2010 non fa sconti, tra muffe nobili e assai meno nobili.
Insomma, non bastava più osservare. Ho ritenuto che fosse finalmente il momento di metterci le mani, nella vendemmia. E grazie di cuore a Sandro Gini, per l'opportunità concessami, e la cordiale e simpatica compagnia: perfino la merenda, non s'è scordato di organizzare... Soave La Froscà 2009, e Pinot Nero Campo alle More 1995 e 1994... Che giornata.
Le foto che seguono la documentano.