Grandi eventi del vino, interessano ancora?
Partiamo dalla domanda di Gianpaolo Paglia [blog: Poggioargentiera], produttore maremmano, espositore al recente Merano International Wine Festival: "esistono altre possibilita' non esplorate al di la' della "fiera del vino" per avvicinarsi ai clienti o operatori?". Il calo dei visitatori all'ultima edizione della kermesse meranese è il pretesto per avviare una riflessione, non per certificare che esista un calo generalizzato delle presenze a questi eventi (ricordo che il caso di Merano è probabilmente da addebitarsi all'aumento consistente del prezzo del biglietto di ingresso).
Qui non è in questione quale sarà il futuro di Merano o del Vinitaly, o di altre manifestazioni simili in Italia e all'estero. La domanda di Paglia nasce dall'esigenza del produttore di scegliere la manifestazione più adatta al profilo della propria azienda, ai mercati che desidera contattare, al tipo di operatori e consumatori che gli interessa incontrare. A noi consumatori interessa capire quale possa essere il taglio giusto di manifestazione al quale dedicare il nostro tempo e denaro.
La questione è delicata. Paglia dice: "non ho risposte". Io ne azzardo una: la comprensione di un vino nasce innanzi tutto dall'interazione con il suo produttore. Occorrono quindi spazi e modalità di esposizione che facilitino questo incontro. Non solo un banchetto ampio a sufficienza, ghiaccio, sputacchiere, pane o succedanei, ma schede segnaletiche sui tavoli, cataloghi, blocchi per appunti, siti Internet efficenti ed efficaci, magari vendita online dei vini esposti, servizi per la stampa, accessi Internet via Wi-Fi, eccetera. Tutto deve consentire di poter avere un'interazione efficace tra produttore e visitatore. Climatizzazione, rumore della sala, illuminazione, ecc. Per chi si affida alle proprie doti soprannaturali di degustatore per capire tutto di un'azienda partendo dal bicchiere, potrà andar bene senz'altro la situazione di molte manifestazioni. Ma non ci credo: più si è bravi, più si è sensibili a tutte le variabili esterne al bicchiere.
Paradossalmente, la manifestazione più grande, il Vinitaly, resta la situazione migliore: le aziende hanno il proprio stand, spesso ben realizzato e confortevole, consente di sedersi, conversare, addirittura mangiare qualcosa.
Per il resto, sono le manifestazioni più piccole che potenzialmente offrono le migliori opportunità per interagire con i produttori al tavolo. Ma non è quasi mai così. Solo Terroir Vino di Genova, ex TigullioVino.it Meeting, organizzato dall'amico Filippo Ronco [NB: Aristide fa parte del circuito di raccolta pubblicitaria VinoClic gestito da Ronco], rappresenta oggi un'alternativa equilibrata per numero dei produttori presenti, organizzazione, qualità delle selezioni, ecc.
Mi sembra, infine, che Gianpaolo Paglia ci inviti ad andare oltre il tradizionale format del modo di presentare il vino al pubblico. Esistono altri modi? A voi la parola.