Alla European Wine Blogger Conference (EWBC), la prima riunione tra i wine blogger europei svoltasi a Logroño, Rioja (qui l'elenco dei partecipanti), il cuore dell'evento è stata la conference di sabato 30 agosto mattina, imperniata su tre temi: "Rating" (le note di degustazione e i sistemi di rating o valutazione in punti e varie), "Wine Blog Writing" (scrivere e comunicare) e "Wine Blogging standards and on Monetisation" (strategie per monetizzare il tempo speso nel wine blogging). Ospiti di Dinastia Vivanco, all'interno della bella e moderna sala riunioni del Museo de la Cultura del Vino, ci siamo confrontati nella forma di vere e proprie tavole rotonde, limitate ciascuna in 60 minuti, dove più che la singola comunicazione dei vari relatori, hanno dominato domande e risposte spesso serrate e in forma libera e aperta. Va premesso che buona parte dei contenuti erano stati introdotti e parzialmente discussi nelle settimane precedenti l'evento sul blog ufficiale della EWBC.
E pure Aristide aveva aperto la discussione sul tema dei sistemi di valutazione in due post di mezza estate ("Score del vino, è ora di cambiare" e "Score del vino, il parere di Hugh Johnson"). Quanto emerge dalla discussione sono una serie di punti e una decisione operativa.
E' apparsa evidente la diffidenza di molti wine blogger verso i sistemi di valutazione del vino basati su score (o rating) numerici, basati su centesimi, ventesimi o decimi. Molti preferiscono utilizzare una rappresentazione sintetica basata sulle "cinque stelle", magari con frazioni a mezzo punto o stella: di fatto, in questo modo, si rientra nello schema basato sui decimi.
Interrogarsi sulla validità dei sistemi di valutazione basati su score equivale al porsi domande molto serie sulla funzione di un blog dedicato al vino.
Secondo Ryan Opaz [blog: Catavino] occorre prendere atto che gli score (così come le note di degustazione) servono ai professionisti, ma sono ben poco utili per i consumatori: "se mettete un numero sul blog tradite lo scopo del wine blogging", perché, in definitiva, "noi preferiamo le storie da raccontare ai numeri". Sulla stessa sintonia d'onda anche Gianpaolo Paglia [blog: Poggioargentiera]: "la conversazione è il rating, i punti non sono importanti nel blog. I punti servono solo alla filiera professionale". E rincara la dose un altro produttore, Amy Lillard [blog: La Gramiere]: "il wine blogging deve rimanere in un contesto più positivo rispetto a quello dei punti", sforzandosi di raccontare la complessità che sempre troviamo dietro la valutazione di una bottiglia di vino.
E' toccato ad André Ribeirinho, uno dei fondatori di Adegga, un wine social network di recente costituzione, perorare la causa degli score: "il rating dei vini inseriti nel social network è uno strumento per organizzare i propri dati", anche se l'80% delle note create dagli utenti includono solo lo score: "le note di degustazione sono più difficili da inserire, lo score è più semplice". In Adegga sono stati costretti a realizzare un sistema di conversione degli score inseriti dagli utenti nei diversi sistemi, in modo da rappresentare la valutazione sintetica in un unico indice, le cinque stelle.
Anche i diversi wine blogger produttori presenti hanno manifestato perplessità crescenti sull'impatto e l'affidabilità degli score. Per tutti loro, è stato il tedesco di Heidelberg, Thomas Lippert [blog: Winzerblog] a sintetizzare questo stato d'animo: "non mi fido degli score, per i miei vini così come per i vini degli altri colleghi: voglio sempre sapere chi fa e come viene fatto lo score di un vino".
La proposta
Per quanto riguarda il sottoscritto, ho ribadito quanto già scritto:
"E' proprio lo score, il punteggio assegnato a un vino in una guida o in un articolo della stampa specializzata, a mostrare evidenti segni di difficoltà. E con esso anche chi con gli score ha fondato un sistema in grado di orientare opinioni e valutazioni e addirittura mercati. (...)
Aristide non crede negli score, (...) il vino è materia troppo soggetta a criteri di valutazione soggettivi: stabilito che un vino ha raggiunto una certa soglia di qualità, tutto il resto è soggettivo, impossibile da valutare quantitativamente, al massimo probabilisticamente.
(...) Il sistema degli score è morto. Kaputt.
(...) Il sistema degli score è vecchio di almeno trent'anni, quando Robert Parker lo mise a punto per Wine Spectator non esisteva nemmeno Internet nella forma del web grafico che oggi conosciamo. E' arrivato il momento di mettere in soffitta i vecchi sistemi e ripensare un sistema di valutazione dei vini "sdoppiato": da una parte le schede enologiche per la ricerca, la valutazione tecnica, i concorsi; dall'altra, uno o più sistemi edonostici che aiutino il consumatore a individuare con più libertà le aziende e i vini di suo interesse e gusto.
(...) Scommettiamo che con l'aiuto di Internet, dei wine blogger, dei social network, prima o poi qualche grossa novità anche in questo ambito finiremo per vederla?".
Ed è proprio questa la proposta che è stata adottata dal gruppo dell'EWBC. Con il supporto scientifico di un centro di ricerca enologica italiano, avvieremo una fase di test per individuare una serie di parametri descrittivi di tipo edonistico, ovvero rivolti a comunicare le caratteristiche del vino al consumatore, con un linguaggio adatto a essere compreso da tutti, appassionati o principianti, e soprattutto che possa sfruttare le potenzialità comunicative di Internet.
Un sistema neutrale nei confronti dei gusti personali degli assaggiatori, in grado di non imporre un "gusto" che rischi di diventare "globale" e quindi potenzialmente livellante del gusto dei vini maggiormente legati a stili di terroir particolari.
Una decina di wine blogger hanno mostrato immediato interesse all'iniziativa: faranno parte di un panel di prova che servirà a testare la validità di questo approccio. Se funziona, verrà adottato e proposto alla comunità. Nelle prossime settimane cercheremo di far partire l'iniziativa, mentre per i risultati credo che occorrerà attendere qualche mese.
Per qualcuno sarà anche stata una gita scolastica, questa conferenza della EWBC, ma parlando della sola discussione sugli score direi che ha sortito un risultato nient'affatto di secondo ordine...
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- l'immagine di apertura - che ritrae il gruppo di wine blogger europei davanti a un vigneto di Dinastia Vivanco, a Briones, Rioja - è di Ryan Opaz;
- la seconda immagine ritrae la maggior parte della delegazione italiana presente all'EWBC: da sinistra a destra, Elisabetta Tosi, Filippo Ronco, Elena Padovani, Gianpaolo Paglia e Justine Keeling.