Un italiano che ha fatto conoscere il vino agli americani. O un genio del marketing, un businessman ancor prima che un vignaiolo. Queste sono solo una piccola parte delle definizioni della ricca e complessa testimonianza della vita di Robert Mondavi, il produttore americano (ma di origine italiana, la sua famiglia era di Sassoferrato, Ancona) scomparso ieri all'età di 94 anni nella sua casa di Wappo Hill, poco distante da Napa, California. Una vita ricca di elementi "da tragedia greca", come ricorda Eric Asimov [blog: The Pour], quella di Robert Mondavi.
Un imprenditore che ebbe la visione negli anni '60 di una California potenziale protagonista internazionale del vino. E ne realizzò le condizioni per affermarne il successo. Laureato alla Stanford University, entrò nel mondo del vino studiando enologia e seguendo il consiglio del padre Marcello: "c'è un posto sconosciuto in California, Napa Valley, dove fanno dell'uva fantastica". Nel 1943 comprò col padre la Charles Krug Winery in St. Helena, e lì cominciò la sua storia.
La notizia della scomparsa di Robert Mondavi ha suscitato molti tributi e commenti sulla rete (molto scarsi in Italia). Aristide ve ne offre una guida.
"While the Mondavi name has perhaps lost some of its luster, just as the wines that continue to bear his name have diminished in quality and reputation, these should not and cannot detract from the accomplishments of the man himself. Most wine lovers today owe him a debt of gratitude, if only for helping make America a little more friendly to wine and those who care deeply about it".
[Mentre il nome Mondavi ha forse perso parte del suo lustro, proprio come i vini che continuano a portare il suo nome sono diminuiti in termini di qualità e reputazione, tutto ciò non dovrebbe e non può mettere in discussione i risultati dell'uomo stesso. La maggior parte degli appassionati del vino di oggi hanno debito di gratitudine verso di lui, anche solo per l'aiuto nel rendere l'America un po 'più amichevole verso il vino e verso coloro che se ne occupano profondamente.]
Alder Yarrow, Vinography: "The Passing of a Legend: Robert Mondavi "
"Per quanto ne sappiamo noi, il suo gusto personale era molto lontano dallo stereotipo del rosso californiano tutto legno e frutto,
morbido e inoffensivo. Al contrario, aveva un palato molto raffinato, e
d’altronde molte vecchie annate da lui prodotte stanno lì a
testimoniarlo. (...) Ma almeno in questa circostanza pare proprio il caso di mettere da parte dubbi e polemiche, di rispolverare Mondovino o di ricordare l’aggrovigliata questione di Ornellaia: Mondavi era un grande produttore, e questa è una certezza".
Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, L'Espresso | Vino: "Tra tanti piccoli, un grande in meno"
"Mr. Mondavi primarily made his name as a marketing mastermind, especially after his decision in 1968 to make wine from Sauvignon Blanc, at the time an obscure varietal, in oak barrels. Recognizing the appeal of a fancy name, Mr. Mondavi christened the wine "Fumé Blanc" and watched sales skyrocket".
[Mr. Mondavi si è fatto un nome come genio del marketing, soprattutto dopo la sua decisione del 1968 di produrre vino da Sauvignon Blanc, all'epoca un'oscura varietà, in botti di rovere. Riconoscendo il fascino di una denominazione di fantasia, Mondavi battezzò il vino "Fumé Blanc" e guardò le vendite salire a razzo.]
Jon Bonné, SFGate - San Francisco Chronicle:
"Napa wine pioneer Robert Mondavi dead at 94"
Altri commenti interessanti da leggere:
- Jancis Robinson, Fine Writings on Fine Wines: "Robert Mondavi dies"
- Eric Asimov, The Pour: "Robert Mondavi dies"
- L.Pierce Carson, Napa Valley Register.com: "Mondavi passes: 'We've lost our leader' - Winery patriarch dead at 94"
- La recensione di W.Blake Gray su Vinography del libro di Julia Flynn Siler, The House of Mondavi: The Rise and Fall of an American Wine Dynasty
- Bernardo Pasquali, L'Acino Parlante: "Robert Mondavi ci ha lasciati"
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Nella foto di apertura, una recente immagine di Robert Mondavi, di Sacramento Bee/Jose Luis Villegas.