Improvvisamente costrettovi, seguo a distanza le vicende vitivinicole, dietro la non comoda cortina di farmaci beta-bloccanti ed emo-fluidificanti. Il qui presente ha sfiorato un infarto, o insomma, qualcosa di molto vicino a esso. La chiamano angina instabile (neanche le angine sono più stabili come una volta...?). Ma come, direte voi, con tutta quella quantità industriale di rasveratrolo che ingerisci tutti i giorni? Beh, senza rasveratrolo poteva andare peggio. Chissà.
Ad ogni modo, il confino ospedaliero, e il rigido regime alimentare al quale mi vedo costretto, mi fa seguire le cronache sull'Anteprima Amarone con maggiore interesse. Questa potrebbe essere una cardio-cronaca a distanza, virtuale, quindi magari verosimile. Certi eventi possono essere così scontati che ti potresti permettere persino di raccontarli senza esserci nemmeno stato.
Sull'annata 2004 vi possono raccontare quello che vogliono, o quello che volete sentire. Di certo Aristide, che prima di dedicarsi alle cardio-cronache ha degustato diversi Amarone 2004, può tentare di fissare un paio di conclusioni provvisorie:
- parlare di Amarone 2004 a gennaio 2008, quando è almeno da ottobre 2007 che certi produttori te lo fanno sentire, mi sembra paradossale. E va già bene se nella bottiglia c'è solo il vino dell'annata 2004... Vino che per il produttore, ovviamente, "non è ancora pronto";
- l'ho già scritto nelle passate occasioni delle Anteprima Amarone: questi vini sono immessi nel mercato troppo presto. L'Amarone è un "vino di tecnica" (come racconta benissimo Elisabetta Tosi, alias Lizzy, qui [blog: Vinopigro), un vino costruito e manipolato in cantina, tra pratiche di appassimento e interventi enologici per gestire le ossidazioni. E' un vino che avrebbe bisogno di un lungo periodo di affinamento in botte e poi in bottiglia. Nelle cantine del produttore, però, non in quelle dei consumatori.
Per questi motivi, non sento una particolare nostalgia per aver mancato questa Anteprima Amarone (nostalgia forte per i tanti amici non visti, invece si!). Ma queste sono manifestazioni indubbiamente utili alla stampa di settore: per soffiare sul fumo dell'interesse, alimentare la richiesta commerciale, solleticare quella "fame antica" dei produttori che li spinge a velocizzare i tempi di commercializzazione. Realizzare, realizzare, realizzare... Troppa disponibilità, signori miei, alla lunga deprime il valore di un bene. Tutta questa fregola di vendere non è figlia di una visione strategica di marketing, è solo speculazione economica a breve. Se i signori produttori della Valpolicella devono sostenere il pagamento del mutuo per discutibili ristrutturazioni di cantina e villetta di servizio con garage per il SUV, facciano pure. Il mercato dà loro ragione, per ora. Io continuerò a celebrare il coraggio imprenditoriale di quei pochi produttori che aspettano a presentarlo e mi dicono, ben più in là nel tempo, che il loro Amarone solo allora "è finalmente pronto".
Mi dicono che quest'anno era presente una nutrita rappresentanza di giornalisti esteri (almeno trenta), giunti soprattutto dall'Estremo Oriente. Ecco, benissimo, che se li bevano gli orientali questi acerbi Amarone!