Non una, ma ben due sono le "stelle" appena assegnate dal Premio Giornalistico "Le Età del Lugana". La "Stella del Garda" è un premio decisamente particolare nel panorama dei concorsi enologici. E' un riconoscimento del Consorzio Tutela Lugana Doc alle aziende i cui vini dimostrano di avere potenzialità di invecchiamento interessanti. In tornate successive di valutazione da parte di una giuria di 15 giornalisti, una serie di campioni di vini Lugana non più in commercio vengono accantonate e valutate negli anni. Dopo una selezione avviatasi tre anni fa, sono arrivati in finale due vini delle tipologie Lugana Doc e Lugana Superiore Doc. La giuria (nella quale esordiva il vostro qui presente wine blogger) ha giudicato entrambi i due vini finalisti, pur caratterizzati da tipologie e stili in parte diversi, di essere ancora più che integri e dotati di capacità di invecchiamento residue ancora molto interessanti.
Lugana è la piccola denominazione a cavallo delle province di Brescia e Verona, tra Peschiera del Garda, Sirmione e Desenzano. Terreni ricche di argille stratificate, tra la sponda meridionale del lago di Garda e le colline moreniche di origine glaciale, costituiscono i circa 700 ettari di vigneti inclusi nella D.O.C. Lugana. Qui si producono vini bianchi, estratti da uve a bacca bianca assolutamente autoctone del ceppo del Trebbiano di Soave, ma con un genoma diverso e particolare che ha fatto adattare nel tempo e nei luoghi del basso lago di garda il Trebbiano di Lugana o "Turbiana" come viene chiamata localmente. Il disciplinare della D.O.C. Lugana stabilisce che il 90% dell'uvaggio deve provenire da vitigni di Trebbiano di Lugana, con il divieto di aggiunta di uve da vitigni aromatici. E tre sono le tipologie previste: Lugana Doc, Lugana Superiore Doc (affinamento di almeno un anno) e Lugana Spumante Doc.
Tornando ai vini insigniti del premio Stella del Garda 2007, ex-aequo, eccoli:
- Cà Lojera, Riserva del Lupo Lugana Doc 2003. Lunga fermentazione in acciaio, ancora un bellissimo frutto, tipicamente Lugana, un po' di "idrocarburi" al gusto... ops, si dice mineralità... un vino di carattere e notevole identità.
- Ottella, Molceo Lugana Superiore Doc 2003 - Affinato in breve passaggio in barrique e solo per una parte minima del vino. Dicono gli esperti di Lugana che sia meno tipico del Cà Lojera. Giudicato anch'egli meritevole di successivi riassaggi negli anni.
Così questi vini dovrebbero rimembrare un'affermazione di Luigi Veronelli, diventata poi il mantra di questa manifestazione:
“Bevi il tuo Lugana giovane e godrai della sua freschezza.
Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza.
Bevilo decenne, sarai stupefatto della composta autorevolezza”.
Non c'è dubbio che la qualità media raggiunta oggi dai vini di diversi produttori di Lugana consenta di sostenere questa affermazione di Veronelli. Del resto, è proprio lo scopo del premio "Stella del Garda" dimostrare questi risultati e impegnare i produttori su obiettivi di alta qualità, all'inseguimento di un riferimento assoluto che possiamo individuare nei grandi vini francesi come i bianchi di Borgogna, Alsazia e Loira. Che un vino prodotto da materia prima di qualità elevata abbia maggiori chances per invecchiare al meglio è sicuramente un fatto incontrovertibile. L'azione del tempo è meno avvertibile in questo caso, restituendoci l'esperienza di un prodotto ancora "abbastanza fresco" o "correttamente evoluto" a distanza di anni. C'è chi sostiene, come Angelo Peretti [blog: BarDoc, un blog per il Bardolino], giornalista "gardesano" grande esperto di Lugana e Bardolino, che proprio nel terroir delle argille del Lugana risieda la principale forza di questi vini, ed il maggior contributo alla durata nel tempo ai vini correttamente trasformati [qui un interessante articolo di Peretti sul suo magazine InternetGourmet.it].
Sia come sia, non ci sono alternative. Solo la verifica sul campo potra aiutarvi a farvi un'idea precisa delle potenzialità di questa piccola Doc e dei suoi vini. Se c'è una cosa del vino che non ha mai attirato Aristide è la promessa di invecchiare bene di un vino. E' una sorta di verifica ex-post che assomiglia più ad una scommessa che ad un fatto oggettivo. Non ci sono riscontri scientifici, non ci sono evidenze che effettivamente il vino migliori in bottiglia, non vi sono certezze nemmeno con i migliori prodotti delle migliori annate (a causa di tappi, modalità di conservazione, temperature, luce, ecc.). Sicuramente il vino in bottiglia cambia, come del resto tutti noi. Noi che applichiamo metodi di analisi soggettiva ad una materia - il vino - che è il principe degli equivoci soggettivi. Ma non voglio certo rubare suggestioni agli amanti dei vini conservati a lungo, o a chi voglia approcciare il vino in questo modo. Ognuno sia libero di pensarla come vuole, sull'argomento.
Infine, nella serie dei restanti vini passati in valutazione e promossi a futuro esame nell'edizione del premio del 2008 (in tutto 15 vini), mi piace ricordare quelli che - soggettivamente analizzando - Aristide si berrebbe volentieri anche subito:
[Vini presentati per la prima volta al premio]
- Provenza, Tenuta Maiolo Lugana Doc 2005, fermentato in acciaio, persino oleoso, interessante, dotato di una certa aromaticità;
- Monte Cicogna, Il Torrione Lugana Doc 2004, fermentato in acciaio, fresco, croccante, persistente, al top della curva di qualità? Sicuramente prontissimo ad essere bevuto ora...;
- Tenuta Roveglia, Vigne di Catullo Lugana Superiore Doc 2004, fermentato in acciaio, ottimo frutto, molto buono;
- Selva Capuzza, Podere Selva Capuzza Lugana Superiore Doc 2005, bel frutto e buona acidità, uso del legno molto equilibrato
[Vini ammessi al secondo anno del premio]
- Cà dei Frati, I Frati Lugana Doc 2004, fermentato in acciaio, frutto, ben equilibrato, acidità gradevole;
- Fraccaroli F.lli, Vigna Campo Serà Lugana Sup. Doc 2004, fermentato in acciaio, vino fresco e piacevole.