Nella "guerra dei tappi" l'Italia lancia la sua sfida
La "guerra dei tappi" è il duro confronto industriale e commerciale che oppone il tradizionale tappo in sughero alle più recenti alternative proposte dall'industria: tappo in vetro, tappo a vite, tappo in "silicone" o polimeri plastici, oltre allo "storico" tappo "corona".
Da una parte abbiamo un problema: la disponibilità e la conseguente qualità del sughero. Il sughero è una risorsa naturale finita, per secoli ha soddisfatto le necessità di un mercato in crescita, ma oggi non sembra esserlo più. Sempre più spesso si verificano problemi con quella molecola odorosa denominata TCA-2,4,6 tricloroanisolo. Essa è la responsabile del "sentore di tappo" nel vino appena aperto. Si annida nel sughero, filtra nel vino durante la conservazione, lo contamina con sentori di muffa e stantio, guastandone odore, aromi e sapore. Non c'è accordo tra gli esperti sulla percentuale di vino contaminata dalla TCA: si va da un minimo del 1% fino al 20% della produzione annua mondiale. La ragione di stime così variabili potrebbe risiedere nell'interesse degli operatori a sostituire (o meno) il sughero con i sistemi di chiusura alternativi di cui sopra.
Ma se Atene (il sughero) piange, Sparta (il tappo alternativo) non ride di certo.
Sono molteplici i problemi che sembrano affliggere le cosiddette chiusure alternative: tenuta non perfetta del liquido (tappi plastici), nessuno scambio d'ossigeno con l'esterno della bottiglia(tutti i sistemi, ma da un certo punto di vista alcuni lo considerano un vantaggio), di riflesso forti problemi di "riduzione" del vino (dovuto alla chiusura ermetica: tappi a vite e "corona"), non sono adatti a vini destinati a lungo invecchiamento (tutti), richiedono un sistema di imbottigliamento ad-hoc (tappi in vetro) o una bottiglia ad-hoc (tappi a vite). Inoltre non sono esteticamente paragonabili al tappo in sughero (tutti a parte il vetro - ho visto in giro delle realizzazioni assai valide), per non parlare poi degli aspetti estetico-filosofici, particolarmente radicati (e non senza ragione, intendiamoci) nel segmento di mercato degli appassionati ed esperti enofili.
Se posso tentare una sintesi estrema, il vero grande problema del tappo "alternativo" è lo scambio d'aria con l'esterno della bottiglia, cosa che il tappo in sughero (ma solo della migliore qualità) garantisce grazie alla porosità della sua fibra. Nei vini "progettati" per invecchiare, questa lentissima esposizione all'ossigeno sembra essere indispensabile.
Questa lunga premessa - e me ne scuso - mi occorre per raccontarvi un incontro casualmente avvenuto di recente. Dopo aver notato un banchetto in un angolo della rassegna "Bordolesi Cabernet Merlot" nella magnifica Villa La Favorita, dove spiccavano dei tappi in materiale plastico, ho deciso di approfondire la questione recandomi in visita alla Oliver Ogar Italia Spa di San Giovanni in Lupatoto (VR), il distributore esclusivo per l'Italia delle chiusure Korked(TM).
Qui, Cristina Marchi, marketing manager, e Ignazio Sapuppo, direttore commerciale della Korked Commerciale (100% Oliver Ogar), mi hanno spiegato che Korked è un'invenzione italiana. Korked è un tappo con il buco, come recita il pay-off della comunicazione che accompagna il lancio sul mercato [a proposito di comunicazione: forse "korked" non è l'espressione più felice per un tappo che vuole risolvere il problema del sentore di tappo, in inglese indicato con "corked"...]. L'idea sottintende la capacità di questo tappo sintetico di scambiare ossigeno con l'esterno. La sfida lanciata nel 1999 da Giovanni Cappello, imprenditore in S. Giorgio in Bosco (PD), al Dipartimento di Scienze degli Alimenti (diretto dal prof. Roberto Zironi) dell'Università di Udine, era quella di realizzare una chiusura sintetica in grado di riprodurre il comportamento del tappo di sughero. I ricercatori, in breve, introducono il concetto di "micro-ossigenazione controllata in bottiglia", realizzato tramite una membrana di derivazione farmaceutica (visibile nella foto qui a lato), in grado di permeare l'ossigeno e trattenere all'interno della bottiglia l'SO2 (anidride solforosa o solfito, utilizzata come conservante).
I responsabili dell'azienda sostengono di essere riusciti a produrre un tappo con caratteristiche fisiche molto simili a quelle del tappo di sughero di alta qualità: dallo densità dello stampaggio con pressa a mono-cavità (brevettato e certificato) alla miscela di polimeri in grado di garantire la necessaria aggrappabilità del tappo al vetro della bottiglia (quindi tenuta nel tempo), oltre alla già citata caratteristica della "micro-ossigenazione controllata". Altri vantaggi dichiarati: il sistema di imbottigliamento e tappatura è standard, la stappatura della bottiglia non richiede cavatappi particolari e, last but not least, il prezzo di vendita si colloca su livelli competitivi, cioè intorno ai 0,20 Euro cadauno [altri tappi sintetici: 0,03-0,12 Euro / sughero: 0,21-0,35 Euro / vetro: 0,90-1,00 Euro].
Il tappo Korked è stato nel frattempo brevettato in 38 paesi ed è stato sottoposto ad oltre 20.000 test su vino imbottigliato.
La commercializzazione di questa nuova chiusura sintetica è cominciata nel luglio di quest'anno e l'azienda non fornisce nomi di aziende vinicole che l'abbiano già adottato. Occorrerà quindi attendere che le vendite seguano il loro corso in queste settimane prima di poter stappare bottiglie dotate del Korked nei prossimi mesi.
La mia personalissima impressione su questo tappo è positiva. Al tatto è dotato di rugosità e porosità piacevoli, esteticamente risulta migliore rispetto alle versioni in plastica che abbiamo visto negli ultimi anni diffondersi sul mercato, il buco è stato sufficiente ad attirare la curiosità del wine blogger...
Ma c'è una caratteristica fondamentale chi mi ha spinto a parlarne. Si tratta di un'innovazione di marca totalmente italiana, frutto di 5 anni di ricerca e test di laboratorio tra l'Università di Udine e l'azienda padovana, finanziata con capitale di rischio italiano (per quel che ne sappiamo al momento). Fino ad oggi sono stati i paesi del Nuovo Mondo a proporre al mercato globale del vino le diverse soluzioni per le chiusure alternative al tappo di sughero. Ora c'è una proposta italiana sul campo. Seguiremo gli sviluppi.