Vendemmiata la prima uva OGM in Italia
Ironia della sorte: qualche giorno fa Aristide si inventava l'innocua espressione "vendemmia digitale" riferendosi ad alcuni wine blog che stanno documentando su Internet la vendemmia in corso. Ma ecco che irrompe sulla scena della vendemmia 2006 un altro elemento assai più deflagrante: è stato raccolto il primo grappolo italiano di uva geneticamente modificata. Ne da notizia il manifesto nella sua edizione del 30 settembre scorso (grazie per la segnalazione a Maria Grazia Melegari) con un articolo a firma di Simona Galasso e Francesco Pazzi: "Ogm a grappoli, la vite è biotech". L'uva transgenica nasce in provincia di Ancona, in un campo sperimentale dell'Università Politecnica delle Marche. Lascerei la lettura dei dettagli alla pagina linkata qui sopra e ad una versione scaricabile più sotto.
La questione della manipolazione genetica dell'uva è antica e complessa. Insieme a Elisabetta Tosi, VinoPigro, abbiamo dedicato una lunga intervista in video ad Albino Armani, (qui trovate la sintesi trascritta), nella quale si è discusso abbondantemente sul tema dell'incrocio varietale, la forma di manipolazione del materiale genetico della vite praticata da sempre dall'uomo. Mi piace sottolineare questo passaggio dell'intervista:
[Tosi:] "Tutto ciò (le tecniche di incrocio varietale finalizzate alla salubrità dell'uva, ndr.) toglierebbe terreno sotto ai piedi anche ai sostenitori della viticoltura Ogm..."
[Armani] "Credo di sì. Il convegno che abbiamo fatto sta a dimostrare che c’è tanto di inesplorato e di possibile in questo campo... Non serve al momento utilizzare operazione di genetica spinta: il vecchio sistema dell’incrocio potrebbe dare risultati esplosivi e anche in tempi brevi".
L'opinione di Albino Armani mi sembra quanto mai sostenibile e, in qualche misura, direi che definisce il perimetro della discussione: ha senso investire nella vite transgenica quando sistemi "naturali" (gli incroci) già consentirebbero risultati interessanti?
Qualche risposta la troviamo in un altro documento rintracciato sulla rete. Si tratta di un articolo comparso sulla rivista dello Slow Food nel numero 1 del gennaio-marzo 2001: Biotecnologi in vigna, di Cinzia Scaffidi. E' un dibattito a quattro voci: Franco Mannini, direttore del Centro Vitivinicolo del Cnr di Torino; Carole Meredith, docente presso il dipartimento di viticoltura ed enologia alla University of California, Davis; Attilio Scienza, docente presso l’Istituto di Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano; Richard Smart, consulente di oltre 200 aziende in 20 paesi del mondo, Italia inclusa.
Cari amici consumatori, cominciamo a farci una cultura anche in questo ambito. La vite OGM sembra essere sempre più prossima ad essere introdotta, soprattutto nei paesi del Nuovo Mondo dove sono ormai numerose le attività di ricerca in corso, quanto al vino da uva OGM occorreranno ancora pochi anni. Alcuni obiettivi della manipolazione genetica rivolti ad accrescere la resistenza della vite a particolari malattie (riducendo l'impiego di fitofarmaci e riducendo così i costi di produzione) sembrano essere interessanti, anche se di difficile realizzazione; altri sforzi rivolti al miglioramento qualitativo inserendo nel patrimonio genetico della vitis vinifera geni estranei in effetti lasciano qualche dubbio sulla loro utilità e opportunità.
Rimane centrale l'informazione al consumatore: e qui, temo, saranno dolori. Ancor prima della manipolazione genetica, temo che dovremo guardarci dalle "manipolazioni informative" che molti dei soggetti, contrari e favorevoli all'OGM, tenteranno di perpetrare nei confronti del pubblico. Si salvi chi può...
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La foto di questo post è un'immagine tratta dalla pubblicazione "Environmental Costs and Benefits of Transgenic Crops, Proceedings of the Frontis workshop on Environmental Costs and Benefits of Transgenic Crops", Wageningen, The Netherlands 1-4 June 2003.
Altre fonti:
- Articolo di TigullioVino sull'argomento: "Marketing OGM"
- "Agricoltural Biotechnology Withering on the VIne, says Center for Science in the Public Interest"
- L'articolo dello Slow Food, Biotecnologi in vigna, di Cinzia Scaffidi, versione PDF e con evidenziature di Aristide...
- L'articolo de "il manifesto" a firma di Simona Galasso e Francesco Pazzi: "Ogm a grappoli, la vite è biotech", versione PDF.