Qui non si parla di cani intesi nell'accezione "quel cane di un vignaiolo...!", ma bensì di cani di proprietà di vignaioli.
Stiamo parlando di un libro, anzi una serie di libri che, dopo il notevole successo editoriale di Wine Dogs: The Dogs of Australian Wineries (in breve, i cani delle cantine australiane) pubblicato nel 2004 da Giant Dog, seguito dalla edizione Wine Dogs Deluxe, esteso alle cantine neo-zelandesi, si appresta a sbarcare in Europa e negli USA già a partire da quest'anno, con le edizioni dedicate ai cani dei rispettivi paesi.
Se i nostri amici a quattro zampe possono essere ben considerati i veri ambasciatori di ciascuna cantina, nonchè probabili testimoni di chissà quali attività al suo interno (ah, se solo potessero parlare), il loro ruolo non era ancora stato riconosciuto ed elevato al rango di tale interesse quanto almeno ne ha suscitato Wine Dogs: sembra che il magazine Decanter abbia addirittura dedicato una rubrica fissa mensile, chiamata Top Dogs.
"Dietro ad ogni vignaiolo di successo siede sempre un fedele amico a quattro zampe", sostiene Huon Hooke, scrittore enogastronomico che ha curato la prefazione del libro. I vignaioli di tutto il mondo amano i cani, che spesso vediamo accompagnarci nelle nostre visite alle cantine o a spasso per le vigne. Secondo i curatori del libro (Craig McGill e Susan Elliott), anche in questo caso si realizza la somiglianza tra padrone e cane, al punto che molti, leggendo Wine Dogs, si divertono proprio nel gioco del riconoscere il vignaiolo attraverso il ritratto del cane.
A quando la versione italiana? Magari in forma di blog...?
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Nella foto (cliccare per ingrandirla - Copyright 2004 Giant Dog):
Billy della Allan Scott Wines