Champagne e Spiriti Liberi
Denunciateci per conflitto di interessi. Lo diciamo chiaramente: l'altra sera a Verona, abbiamo partecipato all'organizzazione di una serata un po' particolare, una serata inaugurale per una piccola associazione di amiche e amici legati dalla passione per il vino ed il cibo di qualità, la bella vita ed i suoi vari piaceri in genere (fossimo un partito vinceremmo le elezioni!).
Una serata dedicata ad una degustazione di Champagne dei vignerons Maison Raymond Boulard, Champagne Fleury, Françoise Bedel, guidata da Delphine Veissiere, Amministratore di La Flûte, la società da lei stessa costituita a Milano, importatore per l’Italia di champagne di elite. Ciò che accomuna i tre produttori scelti dall'Associazione Terre Nascoste per questa serata inaugurale è l'adesione alla filosofia di produzione biodinamica (in passato ne abbiamo parlato qui). Molta bella gente tra i tavoli dell'Enoteca Segreta di Gigi Poli: Nilla Turri, presidente e animatrice di Terre Nascoste, Alfredo Albertini, direttore della Cantina della Valpolicella, Angiolino Maule, titolare de La Biancara, azienda vitivinicola di Gambellara (tra Vicenza e Verona) ed ex presidente del Gruppo Vini Veri, il gruppo da lui fondato per promuovere la conoscenza sui vini biodinamici, dal quale ha rassegnato le sue dimissioni di recente.
La serata è stata incentrata su tre Champagne assai diversi tra loro e resa ancora più interessante dalla discussione sugli aspetti della coltura biodinamica.
Ma cosa significa "biodinamico"?
E' un metodo che si fonda sulla premessa che il terreno di una fattoria - così come un vigneto - è un eco-sistema vivente, completo, che si auto-sostiene. Questa premessa è facile da accettare, specialmente per i vitivinicultori ed enologi convinti che il "terroir" sia il più importante degli ingredienti per fare un grande vino.
I francesi sono stati tra i primi ad adottare la visione di Rudolf Steiner e dei principi biodinamici. Nel 1924 il filosofo e scienziato austriaco modellava le fondamenta dell'agricoltura biodinamica, un'ideologia che, nei successivi 80 anni, è diventata una pratica sempre più diffusa tra i vigneti di tutto il mondo. E proprio i francesi sono i più numerosi tra i produttori biodinamici, seguiti da australiani, neozelandesi, americani ed una discreta parte di italiani.Ma nella biodinamica non c'è solo terroir.
La principale ragione a supporto di molti oppositori sta nel fatto che Steiner sosteneva che la salute del vigneto, e le modalità con le quali esso interagisce con il suolo, sia direttamente connessa con le fasi lunari ed il calendario astrologico.
I trattamenti e le preparazioni sono applicati in precisi momenti dell'anno, poichè ogni intervento nella vigna ha la propria stagione. Fino a tempi molto recenti, la biodinamica era considerata una metodologia marginale, dominio di eccentrici "lunatici". A torto o a ragione, questo stereotipo ancora persiste, in quanto le relazioni tra fasi lunari, suolo e stagioni, sono ancora misteriose ed incomprese.
In ogni caso, va rilevato che la lista dei produttori biodinamici nel mondo è una sorta di catalogo "Who's Who" dei migliori vini.
(tratto da un nostro precedente post)
E tra questi hanno sicuramente cittadinanza gli Champagne presentati da Delphine Veissiere:
- Champagne Fleury Carte Rouge Brut
Uno Champagne elaborato da Fleury sin dal 1955, azienda storica del villaggio di Courteron, nella Côte des Bar (la zona a sud-est della regione dello Champagne). Cuvée 100% Pinot Nero, un blanc des noirs assai fresco e interessante. Prezzo in enoteca: circa 40 Euro la bottiglia da 750 ml. - Champagne Raymond Boulard Les Rachais 2001, Blanc des Blancs Nature
Prodotto da uve Chardonnay 100% nella zona del Massif de Saint Thierry (nord-est della Montagne de Reims, tra Epernay e Reims), questo Brut non dosé è uno dei "campioni" della filosofia biodinamica per l'attenzione dedicata da Raymond Boulard nel produrlo (vedasi qui la scheda relativa). E' uno Champagne "atipico" rispetto alla tradizione, che non incontra facilmente il palato degli habitués con le sue note salmastre e vagamente salate. Eccezionale l'accostamento con il pesce. Solo 1.500 bottiglie prodotte. Menzione particolare anche per la bottiglia (qui a fianco) e l'etichetta (qui), elegante e ricca di informazioni. Prezzo in enoteca: circa 52 Euro. - Champagne Françoise Bedel Brut Entre Ciel Et Terre 2001
Françoise Bedel è una Récoltant Manipulant (raccoglie e vinifica le proprie uve, nell'etichetta viene evidenziato con la piccola sigla "RM") assai dedicata alla filosofia biodinamica (a partire dal 1997) nei sette ettari di vigne ripartite in vari appezzamenti nella Vallée de la Marne (ovest dello Champagne).
Il Brut ha per dominante il Pinot Meunier, è un prodotto naturale e assai fine. Prezzo in enoteca: circa 80 Euro.
Interessante la discussione tra Alfredo Albertini e Angiolino Maule. Stimolato da Albertini, Maule ci ha trasmesso le sue opinioni circa la propria passione e scelta di vita per il vino naturale, vero, biodinamico ma senza esasperazioni ideologiche. Estratto secco della discussione in due concetti interessanti: 1. il problema di molti vini "enologicamente corretti", secondo Maule, è che sono organoletticamente più poveri, quindi meno nutrienti; 2. sottolineando come un vino biodinamico non possa essere riconosciuto dal consumatore, Albertini ha introdotto la domanda se "non sia allora più interessante determinare un sistema di valutazione delle aziende anzichè dei singoli vini prodotti", cioè valutarle in base ai processi attuati nella filiera.
Molto interessante, Aristide ci tornerà sopra.
Nelle foto qui sopra:
- interno dell'Enoteca Segreta aspettando il primo Champagne;
- Delphine Veissiere mentre illustra una mappa della regione dello Champagne.
Nelle altre foto qui sotto:
- Angiolino Maule;
- Nilla Turri, Delphine Veissiere e l'uditorio;
- Alfredo Albertini, Delphine Veissiere.