Torrido pomeriggio di fine luglio a Villabellini, azienda agricola in Castelrotto, Valpolicella classica, a pochi chilometri da Verona. Che cosa spinge un essere umano (peraltro in compagnia di altri 15, tutti appartenenti o "simpatizzanti" dell'Associazione Terre Nascoste) a prove così estreme? Avevamo conosciuto Cecilia Trucchi, l'ottima titolare di Villabellini, durante lo scorso Vinitaly e ci eravamo lasciati con la promessa di rivederci in azienda. Nonostante i 36 gradi, siamo stati molto bene in sua compagnia ed abbiamo fatto la conoscenza di una piccola realtà produttiva, "incastonata" nel cuore della Valpolicella e in uno dei suoi luoghi di maggior fascino.
Spieghiamo subito che cosa sia il brolo: si tratta della denominazione veneta del vigneto cintato interamente da un muro di pietra, l'equivalente del clos francese. Tutta la tenuta di Villabellini, circa sei ettari sulla collina di Castelrotto, è appunto un brolo: vigne, cipressi, una sorgente, la villa del '600 con giardino, questo è in sintesi il piccolo regno di Cecilia Trucchi e di suo marito Marco Zamarchi. L'azienda agricola si ispira dal 1987 ai criteri della coltivazione biologica, senza esasperazioni "bio-ideologiche", ma con tanto pragmatismo e realismo applicati alla produzione di circa 15.000 bottiglie ripartite in (pochi) vini classici della Valpolicella.
Prima di parlarvi dei vini, ci interessa segnalare la presenza in questo affascinante brolo di una vigna assai antica, probabilmente di almeno un secolo, della varietà Rondinella. Si tratta di una vitis vinifera, cioè su piede franco, ovvero una vigna originaria non innestata sulla vitis rupestris (o ceppo americano), esattamente com'erano le vigne europee prima della devastazione causata dalla filossera, un afide parassita della vite che distrusse i vigneti europei nella seconda metà dell'800.
La vigna in questione è stata mantenuta nell'impianto a pergola veronese tradizionale (ormai non più utilizzata), dall'incredibile ampiezza di ben 7 metri (vedi foto). Un vero gioiello "archeologico" che mantiene ancora oggi una buona salute e produttività, contribuendo a caratterizzare la produzione di Villabellini.
Quattro le etichette attualmente in produzione e da noi degustate:
- Il Brolo Valpolicella Classico DOC 2003;
- Taso Valpolicella Classico Superiore DOC 2001, caratterizzato dalla tecnica tradizionale del "rigoverno" (o "ripasso") sulle vinacce ancora dolci del Recioto e Amarone;
- Amarone della Valpolicella Classico DOC 1998, di notevole potenza alcolica (15,5%), sostituita dopo qualche minuto dal tradizionale bouquet di profumi e sensazioni del più classico degli Amarone;
- Recioto della Valpolicella Classico DOC 1998, equilibrato e veramente piacevole nonostante i 70 g/litro degli zuccheri.
Ci ha colpito, infine, il fatto che questo produttore non acceleri l'introduzione sul mercato dei suoi vini, lasciandoli affinare per il tempo necessario in botte e in bottiglia: l'Amarone 1998 attualmente sul mercato, per esempio, rappresenta una netta contro-tendenza rispetto alla moda che si è imposta in questi anni in Valpolicella. Una scelta coraggiosa per un piccolo produttore come Villabellini, che va sicuramente apprezzata.
Chapeau!
Le foto di questo post (dall'alto, cliccare per ingrandirle):
- veduta aerea di Villabellini;
- veduta dal giardino;
- la vigna centenaria pre-filossera;
- la vigna centenaria con un accompagnatore di riguardo;
- alcuni dei vini degustati.