Grazie a Dr. Vino,blogger USA straordinario, Terry Hughes, a New York, ha ricevuto questo messaggio da Gregory Smolik, importatore di vini pregiati d’Italia. Ex buyer della grandissima Sam’s Wine, Chicago, Gregory si dedica ai vini dei vignaioli artigianali. Naturalmente, spiccano i vitigni autoctoni, di cui è molto appassionato. Scrive del vino italiano in relazione alla cucina e i trend del consumatore Americano piuttosto sofisticato. Alla domanda sulle prospettive dei vini italiani basati su vitigni autoctoni, da qui a 5 anni, Gregory Smolik ha così risposto:
"È un risorgimento, la scoperta che la buona qualità di prodotti alimentari sani è raggiungibile, vino incluso. In questo momento c’è il desiderio d’essere autentici, lo vediamo soprattutto in America. Secondo le statistiche, agli Americani piace viaggiare in Italia e vogliono assorbirne quanto più possibile. I vitigni autoctoni faranno benissimo negli anni venturi, perchè tanti amano la cultura e la cucina italiana, e sempre più gli Americani hanno la confidenza d’abbinare cibo e vino. A me pare che i vini, con i sapori “autoctoni” o tradizionali, comincino ad accostare gli sforzi dei grandi chefs, che da anni elaborano, ovvero resuscitano, le cucine e gli ingredienti autoctoni. Per loro non è una questione di presentazione ma di qualità — la qualità fondamentale dei vini che fanno tornare i clienti.
I vini autoctoni non raddoppieranno la vendita entro cinque anni. Ci sono tanti produttori italiani potenti e molti loro prodotti di massa distorcono il mercato. Però gli Americani si stanno impegnando a capire le sfumature e l’essenza della tradizione, della cultura e della genuinità…"