Sesso, bugie e marketing

Sesso, bugie e marketing

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Il fatto: negli USA, contrariamente all'immagine "maschile" del vino (l'uomo giudica e classifica, acquista e mette in cantina) le donne acquistano il 77% e consumano il 60% del vino venduto laggiù, dove solamente il 10% degli americani consuma vino regolarmente.

In risposta a questa evidenza di mercato, la Beringer Blass Wine Estates (BBWE), storica società di winemaker californiani presenti nella Napa Valley sin dal 1875, diventata parte del Foster's Group nel 2000 (gigante australiano dell'industria del beverage mondiale) sta lanciando uno Chardonnay a basso contenuto alcolico (9,8%) e calorico, ammiccante al pubblico femminile e denominato White Lie Early Season Chardonnay (letteralmente: Bugia Bianca, Vendemmia Anticipata, Chardonnay).

BBWE ha fatturato nel 2004 per 1,647 miliardi di dollari - circa 1,27 miliardidi euro, pari al 42% del fatturato 2004 del Foster's Group, impiega 4.600 addetti, possiede 8.300 ettari di vigneti tra Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e nel nostro Chianti - 50 ettari - con l'azienda Castello di Gabbiano).

Le reazioni: in attesa dell'uscita tra gli scaffali dei supermercati di questo Chardonnay, attesa nel corrente mese, immediatamente dopo la pubblicazione di questo articolo sul The New York Times (qui la versione PDF) molti blogger in Internet hanno commentato l'iniziativa della BBWE, soprattutto colpiti negativamente dal posizionamento di marketing di "un vino per donne" e con caratteristiche dietetiche.

Mentre Eric Asimov, il critico enologico al The New York Times, definiva il White Lie "inconsistente e diluito, (...) ma con un buon sapore sottostante", molti altri hanno già dichiarato una pregiudiziale ostilità, con accenti che variano dal "nome di un profumo da supermercato" al "diet wine". Interessante la discussione nel blog Cultured Wino, soprattutto tra la curatrice del blog - Tyffany B. Brown - e Tracey Mason, direttore del Global Innovation alla BBWE e responsabile dello sviluppo del White Lie Early Season Chardonnay. Dalla replica della Mason alle critiche della Brown ("contesto la nozione che il vino dietetico sia il vino delle donne e viceversa"), apprendiamo che il White Lie "è stato creato da un gruppo di donne amanti del vino, incluso un enologo femmina (Jane Robichaud), stufatesi dei vini carichi di legno e di alcol e della natura del marketing del vino inaccessibile e intimidatoria". "Non abbiamo comprato vino all'ingrosso - prosegue Tracey Mason - etichettandolo come 'vino per ragazze'. Abbiamo selezionato uva tra i migliori vitigni della zona di Santa Barbara, una delle migliori regioni del mondo per lo Chardonnay, (...) raccogliendola anticipatamente per ottenere un grado alcolico un pò inferiore (...) puntando a realizzare un vino leggero, fresco e fruttato, come dovrebbero essere i vini prima che il punteggio delle guide diventasse più importante del prodotto" conclude polemicamente la Mason.

Aristide si aspetta che altre iniziative siano in preparazione dopo l'uscita del White Lie: se sostenute da dati di mercato interessanti, altre aziende potrebbero presentare vini posizionati sul target femminile, con caratteristiche dietetiche e basso contenuto alcolico. Anzi, potrebbe essere proprio quest'ultimo fattore ad alimentare un certo interesse anche qui in Italia.

La tecnica Early Season™, un trademark di Beringer Blass.

Non ci viene detto molto riguardo a questa tecnica  (vedere qui per qualche scarno dettaglio), che secondo i produttori della BBWE deve i suoi risultati alla vendemmia anticipata, quando l'uva contiene un grado zuccherino inferiore, producendo poi un vino "fresco e fruttato" ma con poco zucchero e quindi poco alcol e poche calorie.

Secondo un "memo" riportato in Internet da un blogger statunitense, è probabile che questa tecnica consista nell'uso di una "spinning cone column", una colonna a coni rotanti. Si tratta di una tecnologia impiegata dall'industria del vino (ma anche per il recupero di aroma nel caffè e nel tè solubile) per ridurre l'alcol nei vini troppo elevati nel grado o per realizzare vini non-alcolici, come il Fré, un vino australiano realizzato con questa tecnologia, nata anch'essa in Australia.

Una serie di coni metallici ruotano in queste colonne a cilindro (alte circa 4 mt. con 1 mt. di diametro), centrifugano il vino ed estraggono (grazie a temperature controllate e all'azione dell'azoto all'interno del cilindro) gli aromi ed i sapori dal vino, separandoli dall'alcol, per poi ricombinare il tutto in un vino a bassa gradazione alcolica o addirittura "senza-alcol". Un processo sintetico, che "de-struttura" e ricompone gli elementi costituenti il vino, superiore ad altre tecnologie (distillazione a vapore e osmosi inversa) per l'impiego di temperature assai più basse, che dovrebbero salvaguardare il prodotto.

Insomma, un processo non propriamente naturale.

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