Terroir Vino

VUU 2010
Trovatemi voi una manifestazione enoica italiana che apra i suoi lavori senza il saluto di ministri, assessori e autorità locali. Portatemi un evento che non senta il bisogno di rendere omaggio al feudatario locale, all'occupante permanente dell'economia vitivinicola, grazie allo scambio basato su sussidi, prebende, finanziamenti, agevolazioni.

Io una manifestazione di questo genere ve la posso indicare: accade in Liguria da sei anni, a Genova in particolare da tre. Si chiama Terroir Vino. Accade per merito di Filippo Ronco (e collaboratori). Anzi, è appena accaduta, ieri lunedì 7 giugno.

Negli anni, Terroir Vino si è fatta sempre più complessa e ricca, ma senza perdere i connotati di una "riunione tra amici", con il giusto tono informale, sostenuto dalla sostanza e qualità dei prodotti selezionati e dei produttori invitati (qui l'elenco).

Il giorno prima, domenica, la manifestazione è stata preceduta da Vinix Unplugged Unconference, la "non conferenza" sui temi del vino, del cibo e dell'interazione online, ovvero l'adunata sperimentale di quel manipolo di wine blogger, giornalisti, produttori e consumatori appassionati che per il secondo anno ha tentato di mettere in fila una commistione di gergo tecnico, fascinazione vinosa, visioni di marketing, tentativi di innovazione. Non essendone estraneo, il vostro senior reporter ha lottato tra il coinvolgimento tecnico-emotivo-professionale e la necessità di provare a guardare oltre le parole e i comportamenti di un tale pubblico di oratori (oltre 20 gli interventi cadenzati in tempi da slalom speciale).

Quali esiti? Difficile dire. Gli incontri tra i componenti del cosiddetto "lato interattivo" del nuovo mercato del vino (social media, se preferite) hanno la prima necessità di "rendere fisiche" le relazioni tra loro. Da tempo, nessuno di noi si sogna di definire le relazioni nate in rete come "virtuali", perché la rete non è estranea alla realtà (una volta amavo dire: "se lo tocchi allora non è reale"). Però manca la fisicità del rapporto. E la Vinix Unplugged Unconference ha questo primo compito. Le relazioni si consolidano. Sospetto perfino che nasca anche qualche relazione sentimentale. E' sempre una magia.

Quanto al che farsene della rete per promuovere e vendere vino, i signori produttori di vino non ne fanno ancora un vantaggio competitivo. Fanno test. Sondano. Si muovono su terreni sicuri. Nessuna avventatezza. Investono come fossero dal commercialista piuttosto che su mercati competitivi. Si affidano agli amici, sulla competenza chiudono gli occhi. Punto e basta. Questa è la sentenza di Aristide. O gli occorre ancora una buona dose di crisi economica per svegliarsi, oppure la crisi non gli morde le chiappe abbastanza. Si vedrà.

Mentre aspettiamo, Terroir Vino resta uno dei momenti del vecchio e nuovo mercato del vino più interessanti dell'anno. Impossibile raccontare tutto. Ricordare i tanti buoni prodotti. Un giorno è troppo poco. Tre non basterebbero. Arrivederci all'anno prossimo.

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La foto di questo post: un momento della Vinix Unplugged Unconference.

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