Aristide, il wine blog di Giampiero Nadali

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Fortana, il re dei vini delle sabbie

Ingresso della Ex Borsa di Ferrara durante la manifestazione "Non solo vino"

Ferrara, week-end di ottobre: facciamo i conti con una vecchia questione, la questione dei vini del Bosco Eliceo.

Per buona parte della nostra vita abbiamo lamentato di crescere e vivere in una delle poche aree d'Italia assolutamente non vocate per vini di qualità. Pianura strappata alla malaria ed al mare grazie alle bonifiche attuate nei secoli, la zona orientale della provincia di Ferrara è stata meglio sfruttata con le colture intensive anzichè la vigna. Con una sola piccola eccezione: la striscia di terreno sabbioso punteggiata da boschetti di lecci a ridosso dell'Adriatico, compresa tra il Po di Goro a nord e la città di Ravenna a sud. Qui, da molti secoli, la coltura della vite si è imposta all'ambiente ostile, soprattutto grazie all'opera di bonifica e di avvio alle pratiche agricole attuata dai monaci benedettini delle Abbazie di Pomposa (FE) e Classe (RA). Lo sviluppo della viticoltura nel Bosco Eliceo fece un altro importante salto di qualità all'epoca del Granducato Estense: la metà del XVI secolo vedeva la corte degli Estensi al massimo dello splendore economico e politico. Sembra che fu la Duchessa Renata di Francia, moglie dal 1528 al 1560 del Duca Ercole II d'Este, a "importare" e far coltivare nelle vicinanze del Bosco della Mesola (dove gli Estensi si recavano per le battute di caccia) un particolare vitigno oggi noto come Fortana del Bosco Eliceo o Uva d'Oro.

L'Abbazia di Pomposa, "culla" del Fortana - tratto da http://www.visitcomacchio.it/

Questo vitigno ha dunque quasi cinque secoli di adattamento alle sabbie adriatiche a sud della foce del Po. Grazie al terreno, composto per almeno l' 85% da sabbia ma da meno del 7% di argilla, la Phylloxera Vastatrix (la filossera, il parassita che devastò le vigne d'Europa nella seconda metà del 19.o secolo) non ha mai attecchito con successo. Quindi il Fortana è sopravvissuto alla filossera e oggi cresce sul cosiddetto piede franco originario anzichè sul portinnesto americano, autentica rarità per il nostro continente. E' facile trovare ancora vigne molto antiche tra i 120 ettari ufficialmente rivendicati al Fortana nell'ambito della DOC del Bosco Eliceo istituita nel 1989 (che comprende oltre al Fortana anche i vitigni Sauvignon, Bianco del Bosco, Merlot). Esiste un solo altro vino che cresce in ambiente simile, la Camargue francese, ed è il Vin de Sable du Golfe du Lion.

Aristide non nasconde il proprio interesse per il Fortana, autentico vitigno autoctono di questa regione "estrema", e sceglie di concentrare la propria attenzione sui vini ricavati da esso nell'ambito della manifestazione ferrarese "Non solo vino", dedicata all'offerta enogastronomica che ruota intorno ai Vini delle Sabbie. Tralasciando levarie leccornie gastronomiche presenti nei vari stand, ecco cosa siamo riusciti a degustare:

  • Az. Agr. Mattarelli (Vigarano Mainarda, FE)
    Forse una delle aziende più grandi dell'area, con 500.000 bottiglie prodotte di varie tipologie. Le cantine risiedono a Vigarano Mainarda, le vigne di Fortana sono vicine al mare a circa 60 km. di distanza.
    • Fortana del Bosco Eliceo 2004
    • Fortana Baba 2004: una selezione accurata delle uve di una vigna molto antica (non più di 8.000 mq.) consente di produrne circa 3.000 bottiglie. Buono.
    • Fortana Frizzante 2004. Discreto.
  • Corte Madonnina (Pomposa, FE)
    • Fortana del Bosco Eliceo Frizzante 2004
  • Cà Nova (S. Giuseppe di Comacchio, FE)
    • Fortana del Bosco Eliceo 2004

Un commento di carattere generale

Ci sarebbe piaciuto assai raccontarvi delle somme qualità di questi vini ma, purtroppo, i progressi registrati sono modesti. I migliori di questi si comportano adeguatamente negli accostamenti con i cibi assai particolari della regione, in primis l'anguilla e la salama da sugo. Per il resto, la loro qualità medio-bassa unità ad una certa sapidità (c'è chi ci trova il salmastro o il sentore di salsedine...) non li rendono facilmente bevibili al di fuori dello stretto contesto locale.

Ma la nostra è una critica assai costruttiva perché riteniamo che ci sia molto ancora da lavorare ma, allo stesso tempo, i vitivinicoltori hanno qui per le mani alcuni punti di forza sui quali costruire il futuro:

  1. il Fortana è un vitigno autoctono e antico (5 secoli di storia su questo territorio!);
  2. il Fortana è ancora su piede franco (rarità!);
  3. il Fortana rivendica circa 120 ettari di vigne all'interno della DOC, ma con potenzialità di oltre 600 ettari (fonte: Centro Ricerche Produzioni Vegetali, dott.ssa Marisa Fontana);
  4. il Fortana cresce all'interno di una DOC che coincide con un parco naturalistico (il Parco Regionale del Delta del Po, settore Emilia e Romagna) di rara bellezza ed interesse, in grado di attrarre flussi turistici per vari periodi dell'anno;
  5. il Fortana è caratterizzato da una bassa gradazione alcolica (12-12,5 gradi) che lo rende fruibile ad un pubblico molto ampio;
  6. il Fortana risente di un disciplinare della DOC che andrebbe rivisto per alzare la qualità (per es. abbiamo sentito parlare di rese per ettaro intorno ai 100-140 q.li!);
  7. abbiamo notato molte facce giovani, segno che le nuove generazioni hanno la possibilità di introdurre concetti moderni in vigna come in cantina: fatevi sotto ragazzi!

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[post "restaurato" nel luglio 2016]